Da Cattelan a Zurbarán
Il Kunsthaus di Zurigo,
con il sostegno
dell'Istituto Italiano di Cultura di Zurigo,
organizza la mostra:
Deftig Barock
Al Kunsthaus di Zurigo
1 giugno – 2 settembre 2012
"Deftig" risale all'età barocca ed, etimologicamente, all'olandese del Seicento, con significato originario di "grosso, forte, potente, solido". In questo senso la mostra è deftig, nella sua immediatezza e intima aderenza alla realtà.
Nell'uso attuale di "drastico, grossolano", può apparire deftig anche l'accostamento tra opere di due epoche artistiche lontane tra loro. Si tratta di rintracciare un approccio che con intelligenza artistica aperta alla dimensione dei sensi evochi l'immagine di una "vita forte e piena", lamentandone anche la perdita fino a porsi delle questioni sull'arte stessa.
Il Barocco viene associato al dinamismo, al piacere dei sensi, allo sperpero, al teatrale, al rigetto della tranquilla solennità delle forme classiche, ma anche ad un'epoca di instabilità e di crisi delle strutture sociali dominanti.
Solo a partire dagli anni '30 e '40 del XX secolo l'arte del Barocco poté godere di un apprezzamento incontrastato, per impulso di storici dell'arte che prossimi per sensibilità all'arte del loro tempo volsero il loro sguardo al passato.
Fu Erwin Panofsky a vedere nel Barocco il trionfo di una soggettività "che vuol portare ad espressione sofferenza e humor, simultanemaente".
L'esposizione, curata da Bice Curiger, comprende tra le altre opere di Alessandro Magnasco, Bartolomeo Passarotti, Antonio Bellucci, Mattia Preti, Maurizio Cattelan, Valentin de Boulogne e Jacob Jordaens.
Per visite guidate in lingua italiana (15-20 persone),
rivolgersi all'Istituto Italiano di Cultura di Zurigo > iiczurigo@esteri.it
Informazioni generali: Kunsthaus Zürich / Heimplatz 1 / 8001 Zurigo
Tel. 044 253 84 84 – www.kunsthaus.ch
Il Kunsthaus di Zurigo,
con il sostegno
dell'Istituto Italiano di Cultura di Zurigo,
organizza la mostra:
Deftig Barock
Al Kunsthaus di Zurigo
1 giugno – 2 settembre 2012
"Deftig" risale all'età barocca ed, etimologicamente, all'olandese del Seicento, con significato originario di "grosso, forte, potente, solido". In questo senso la mostra è deftig, nella sua immediatezza e intima aderenza alla realtà.
Nell'uso attuale di "drastico, grossolano", può apparire deftig anche l'accostamento tra opere di due epoche artistiche lontane tra loro. Si tratta di rintracciare un approccio che con intelligenza artistica aperta alla dimensione dei sensi evochi l'immagine di una "vita forte e piena", lamentandone anche la perdita fino a porsi delle questioni sull'arte stessa.
Il Barocco viene associato al dinamismo, al piacere dei sensi, allo sperpero, al teatrale, al rigetto della tranquilla solennità delle forme classiche, ma anche ad un'epoca di instabilità e di crisi delle strutture sociali dominanti.
Solo a partire dagli anni '30 e '40 del XX secolo l'arte del Barocco poté godere di un apprezzamento incontrastato, per impulso di storici dell'arte che prossimi per sensibilità all'arte del loro tempo volsero il loro sguardo al passato.
Fu Erwin Panofsky a vedere nel Barocco il trionfo di una soggettività "che vuol portare ad espressione sofferenza e humor, simultanemaente".
L'esposizione, curata da Bice Curiger, comprende tra le altre opere di Alessandro Magnasco, Bartolomeo Passarotti, Antonio Bellucci, Mattia Preti, Maurizio Cattelan, Valentin de Boulogne e Jacob Jordaens.
Per visite guidate in lingua italiana (15-20 persone),
rivolgersi all'Istituto Italiano di Cultura di Zurigo > iiczurigo@esteri.it
Informazioni generali: Kunsthaus Zürich / Heimplatz 1 / 8001 Zurigo
Tel. 044 253 84 84 – www.kunsthaus.ch