giovedì 30 marzo 2017

Freschi di stampa, 1917-2017

Nell’anno delle due rivoluzioni russe l'ADL di allora poté “coprirle” entrambe con materiale di prima mano. Ciò grazie soprattutto ad An­ge­li­ca Bala­banoff, fautrice de­gli stretti legami tra i so­cia­listi ita­liani e russi impe­gna­ti, insieme al PS svizzero, nella gran­de campagna di “guerra alla guerra”. Campagna lanciata con la Con­fe­renza di Zimmerwald. E culminata nella Rivoluzione d'Ottobre.

Questa settimana ripubblichiamo ampi stralci tratti da due testi apparsi in prima pagina sull'ADL del 31 marzo 1917.

LA RIVOLUZIONE RUSSA

 «Sulla Russia sono fissi oggi gli occhi di tutto il mondo. Guardano tremebondi i governanti, i dominatori; guardano ansiosi, pieni di speranza e di fede, gli sfruttati, i calpestati di tutta la terra.»

«Al divampare delle fiamme rivoluzionarie, il 9 corrente, le notizie del grandioso movimento giunsero telegraficamente ai Gabinetti d'Eu­ropa.»

«Prima cura delle borghesie fu quella di nascondere il fatto ai po­po­li. Poi, a piccole dosi, giorno per giorno la verità si è fatta strada. (...)».

«Dal “gesto magnanimo” dello czar, e dalla “rivoluzione per la guerra”, siamo passati alla “rinuncia volontaria” del nuovo czar Mi­chele, all'internamento “volontario” dei sovrani spodestati, alla loro “prigionia”, all'arresto di Ministri, Generali, poliziotti (...)».

«È tutta qui la verità? Non sappiamo. Intuiamo che nei giorni che seguiranno altro sapremo: altro che ci farà balzare il cuore di gioia, e che farà spegnere forse nei biechi reazionari di tutta Europa, di tutto il mondo, l'ultima speranza che il movimento rivoluzionario di Russia sia stroncato (...)».

«Altro intuiamo.»

«Comprendiamo lo spasimo borghese; ci rendiamo conto dello spa­simo nostro. (...) la borghesia sta facendo il suo dovere, rap­pre­sen­tato dal suo interesse. E cerca l'inganno, la censura, e prepara strumenti di oppressione. (...) I socialisti, quelli che tennero fede, d'innanzi al fatto della guerra, al principio internazionalista, lo stanno facendo (...)».

«Il fenomeno è grande, grande la ripercussione.»

«Prepariamoci. Se l'ora è matura anco per noi, che l'ora ci trovi al no­stro posto, sicuri, fidenti, temprati e forti! Abbasso la guerra! Ev­­vi­va la rivoluzione sociale!» (ADL 31.3.1917)

 

Un manifesto del Partito socialista russo

Cittadini!

«La capitale si trova nelle mani del popolo, una parte delle truppe s'è unita ai ribelli. Il proletariato rivoluzionario e l'esercito rivoluzionario salveranno il paese dalla rovina totale verso la quale lo spingeva il Go­verno dello czar. La classe lavoratrice e l'esercito rivoluzionario for­me­ranno il Governo provvisorio, si assumeranno l'incarico di creare e con­solidare il nuovo stato repubblicano, proteggeranno i diritti del po­polo, solleciteranno la confisca fondiaria, della proprietà ecclesiastica, onde questa possa passare nelle mani del popolo, introdurranno la gior­nata di otto ore e convocheranno un'assemblea costituente basata sul suffragio popolare.»

«Il Governo provvisorio considera altresì per un suo dovere di prov­vedere immediatamente all'approvvigionamento dell'esercito e del­la po­polazione civile mercé la requisizione dei viveri accumulati dal Go­verno precedente e dalle amministrazioni comunali. Ancora il mo­stro della reazione può alzare la testa; è compito del popolo di sof­fo­care tut­te le tendenze liberticide, antirepubblicane.»

«Il Governo rivoluzionario ha la ferma intenzione di entrare in comunicazione con i proletari di tutti i paesi belligeranti per met­tere rapida fine alla carneficina dei popoli.» (ADL 31.3.1917)


martedì 14 marzo 2017

UNA STORIA DA FAR CONOSCERE

LETTERA

"Sciopero di due ore su ogni turno, alla Oerlikon di Rivoli per protestare contro il licenziamento di un operaio invalido al 100 %. Per tutta la giornata di mercoledì 8 marzo Fiom, Fim e Uil hanno proclamato lo stato di agitazione e definito «inaccettabile» la decisione dell’azienda, leader nel campo della produzione di ingranaggi e componenti per la trasmissione. Per il futuro non è escluso il ricorso a un’intera giornata di sciopero a livello nazionale che coinvolga anche gli altri stabilimenti piemontesi e il sito di Bari.

Protagonista involontario della mobilitazione sindacale è Antonio Forchione, 55 anni, appena rientrato al lavoro dopo un lungo periodo di convalescenza. «Ho subito un trapianto di fegato a luglio e, lunedì scorso ho rimesso piede in azienda, scoprendo di essere stato licenziato. La motivazione? Ho una disabilità del 100% e non posso più stare in officina. Insomma, sono diventato inutile. Io però penso che potrei continuare a fare lavoro d’ufficio o di magazzino, anche demansionato».

Dopo 37 anni di lavoro, 27 trascorsi nella fabbrica di Cascine Vica, ad Antonio mancano ancora 5 anni per raggiungere la pensione: «L’azienda non ha informato le Rsu e ha fatto offerte ridicole al lavoratore, che giustamente le ha rifiutate – spiegano i rappresentanti sindacali –. Non si può trattare in questo modo un uomo che ha dato buona parte della sua vita per la sopravvivenza di questo stabilimento».

Siamo arrivati a questo punto nello scivolare all’indietro della condizione materiale di lavoro e di vita, nell’inasprirsi ulteriore delle logiche di sfruttamento, nello smarrimento globale che investe il mondo del lavoro, nell’incapacità di trovare ragioni di solidarietà.

Per fortuna, in questo caso, sembra emerga un sussulto di responsabilità, un guardarsi in faccia, un dirsi – appunto – "ma dove siamo arrivati?".

L’immutabile logica del padrone deve ritrovare il contrasto forte di una affermazione dell’altrettanto insopprimibile ragione di classe.

Altrimenti, di caduta in caduta, si arriverà al fondo del ritrovarsi in una condizione simile a quella antica dei servi della gleba

F. A., Savona