martedì 30 marzo 2010

Lombardi e il Fenicottero

Presentazione del volume

Il socialismo di Tristano Codignola

di Paolo Bagnoli - Biblion Edizioni

Martedì 30 marzo 2010 - ore 21,00
Circolo di via De Amicis
Via De Amicis 17, Milano

Intervengono:
Davide Cadeddu Università degli Studi di Milano
Giunio Luzzatto Università degli Studi di Genova
Vincenzo Viola Liceo classico "Giosuè Carducci" Milano

Presiede:
Mario Artali Presidente Circolo De Amicis Milano

Sarà presente l'autore

Circolo De Amicis, Milano
Federazione Italiana Associazioni Partigiane (FIAP)
Circolo Carlo Rosselli, Milano
 

Presentazione del volume

di Carlo Patrignani (Roma, Asino d’Oro Editore, 2010).
Mercoledì 31 marzo 2010, alle ore 17.30,
presso il Circolo della Stampa
Corso Venezia 16, a Milano

Intervengono:
Susanna Camusso,
Lorenzo Strik Lievers,
Andrea Ventura 
Roberto Biscardini

Presiede: Edmondo Rho

Sarà presente l'autore

Promotori: Circolo Rosselli e Edizioni Asino d’Oro     

Un cattolico che, come me...

Riceviamo e volentieri pubblichiamo
 
Il presidente della Conferenza Episcopale Italiana ha scelto infatti di affrontare con chiarezza un argomento su cui potrebbe essere sonoramente smentito di qui a meno di una settimana.

di Gianni Geraci *) 

Un cattolico che, come me, ha sempre sofferto per l’ipocrisia con cui talvolta si muovono i vertici della sua chiesa, non può non guardare con simpatia alle parole con cui il cardinale Angelo Bagnasco, ha deciso di intervenire durante questa campagna elettorale. Il presidente della Conferenza Episcopale Italiana ha scelto infatti di affrontare con chiarezza un argomento su cui potrebbe essere sonoramente smentito di qui a meno di una settimana.

    Sembra distante anni luce il clima in cui, nel 2005, si promuoveva l’astensionismo sul referendum che chiedeva l’abrogazione della legge 40. Anche allora la presidenza della CEI era scesa in campo durante la campagna elettorale, ma l’aveva fatto con la matematica certezza che il risultato della consultazione non l’avrebbe sconfessata.
È inutile nascondercelo! Il discorso con cui il cardinal Bagnasco ha richiamato i valori non negoziabili che dovrebbero, a suo avviso, guidare le scelte degli elettori cattolici, ha come obiettivo principale la candidatura di Emma Bonino alla presidenza della regione Lazio e come obiettivi secondari le candidature di Niki Vendola, un omosessuale dichiarato, in Puglia e di Mercedes Bresso (un politico che spesso ha fatto le sue scelte senza lasciarsi condizionare dal’episcopato) in Piemonte. Si tratta di tre regioni che i sondaggi danno in bilico tra il centro sinistra che esprime queste tre candidature e un centro destra che, non avendo valori propri, non ha problemi ad assumere quei valori che possono aumentarne il consenso (non a caso, su un tema come quello dell’accoglienza degli immigrati, dove l’opinione pubblica ha posizioni molto distanti da quelle espresse dai vertici della chiesa italiana, lo stesso centro destra mette da parte le indicazioni che arrivano dei vescovi).

    Proprio perché l’intervento del cardinal Bagnasco riguarda una partita il cui risultato non è preventivamente scontato, questo stesso intervento da la possibilità alle tante persone che hanno a cuore una maggior autonomia della politica e della società dagli interessi e dalle istanze dei vertici ecclesiastici, di segnare un punto importante, che potrebbe avere un significato simile a quello che ha avuto, nel 1974, la vittoria dei no al referendum abrogativo della legge sul divorzio.

    Come allora non si tratta tanto di una battaglia dei cattolici contro quelli che cattolici non sono, ma si tratta di un confronto tra quanti credono nella «legittima autonomia delle realtà terrene» così come viene ribadita dal Concilio Vaticano II e quanti, invece, decidono di delegare ai vertici dell’episcopato «la responsabilità di scoprire, di usare e di ordinare gradatamente le leggi e i valori che sono propri delle realtà create e della società» (cfr GS 36).

    Il confronto non è tra chi vuole cacciare Dio dalla convivenza civile e chi invece vuol difendere i valori che danno un senso alla nostra condizione di uomini, ma tra chi crede che questi valori vadano testimoniati e chi, invece, preferisce la scorciatoia che consiste nell’imporli dall’altro, con il rischio di causare, nelle persone, una reazione di radicale rigetto.

    Il cardinal Bagnasco, con un’onestà che gli va riconosciuta, ha deciso di appoggiare questa seconda impostazione e, nel farlo, avrà senz’altro pensare di agire per il meglio.

    Anche i cattolici italiani dovranno farsi la stessa domanda domenica prossima e, anche a costo di non seguire le indicazioni del presidente della CEI, dovranno decidere tra la difesa della laicità dello Stato e la sua mortificazione, ricordando magari le parole pronunciate da Benedetto XVI il 9 dicembre del 2006 davanti ai giuristi cattolici: «Non può essere la Chiesa a indicare quale ordinamento politico e sociale sia da preferirsi, ma è il popolo che deve decidere liberamente i modi migliori e più adatti di organizzare la vita politica».

*) Portavoce Gruppo del Guado  

Lo stemma della città *) 

Ipse dixit letterario

di Franz Kafka 

Nel corso dei lavori preliminari del nostro gruppo di studio "Cosmopolis", ci siamo imbattuti in un breve racconto kafkiano del 1920. Di esso abbiamo approntato una traduzione cursoria adatta alle nostre esigenze di discussione. Sperando di fare cosa gradita la proponiamo qui all'attenzione di una cerchia più vasta.

<<Dapprincipio nell’edificazione babilonese della Torre tutto era passabilmente in ordine; be’, forse l’ordine era eccessivo, si pensava troppo a guide, interpreti, alloggi per i lavoratori e strade di collegamento, come se si avessero davanti secoli di libero agio lavorativo.

    L’opinione dominante giungeva persino a ritenere che non si potesse edificare abbastanza adagio; non era necessario esagerare di molto quest'opinione e ci si sarebbe ritratti spaventati persino dal gettare le fondamenta.

    Questa, dunque, l’argomentazione: il punto essenziale di tutta l'impresa sta nel pensare di costruire una Torre che arrivi al cielo. Davanti a questo pensiero ogni altra cosa è secondaria. Il pensiero, una volta concepito nella sua grandezza, non può più svanire; finché ci saranno uomini ci sarà anche il forte desiderio di edificare la Torre fino al completamento. Ma in questa prospettiva non si devono avere preoccupazioni per l'avvenire, al contrario, il sapere dell'umanità va aumentando, l'architettura ha fatto progressi e altri progressi farà, un lavoro per il quale oggi impieghiamo un anno, tra cento anni si potrà magari completare in sei mesi e, oltre tutto, in modo migliore, più stabile. Perché dunque affannarsi fino al limite delle proprie forze, già oggi? Questo sarebbe sensato solo se si potesse sperare di erigere la Torre nel corso di una generazione.

    Ma questo non c’era d’attenderselo in nessun modo. Era invece pensabile che la generazione successiva, con il suo sapere perfezionato, avrebbe ritenuto malriuscito il lavoro della generazione precedente abbattendo l’edificato per ricominciare ex novo.

    Questo genere di pensieri paralizzava le forze, e più che all’edificazione della Torre ci si dedicava a costruire la cintura operaia. Ogni compagine nazionale voleva il quartiere più bello, ne nacquero contese che s’inasprirono trasformandosi in conflitti sanguinosi.

    Questi conflitti non cessarono più e divennero per i capi un ulteriore argomento a favore della tesi secondo cui, mancando il necessario raccoglimento, la Torre andava edificata molto adagio o, meglio ancora, soltanto dopo la stipulazione della pace universale.

    Però, non si passava il tempo soltanto in combattimenti, durante gli armistizi si abbelliva la città provocando per altro nuove invidie e nuovi conflitti. Trascorse così il tempo della prima generazione, ma anche in seguito nulla cambiò, soltanto l'abilità tecnica si affinò vieppiù e con essa la brama di combattere.

    A ciò s’aggiunga che già la seconda o terza generazione riconobbe l’insensatezza di una Torre celeste, ma si era troppo vincolati gli uni agli altri per poter abbandonare la città.

    Quanto alle leggende e ai canti sorti in questa città, essi sono tutti colmi di trepidazione per un giorno vaticinato nel quale la città verrà sconquassata da un pugno gigante con cinque colpi in rapida successione.

    Perciò nello stemma della città figura il pugno.>>

*) Titolo originale: Das Satdtwappen (1920) - Tr. it. A.E.     

sabato 27 marzo 2010

Congresso Cgil, morti bianche, Omaggio a Agnes Heller

Lavoro 

 

Il Congresso della

Cgil in Lombardia

 

La CGIL intende invece contrastare la decomposizione che attraversa il paese. "Riaffermare la dignità della persona è la questione che abbiamo di fronte" – ha ribadito nelle conclusioni Morena Piccinini, segretaria nazionale della CGIL – "A partire, ad esempio, dai lavoratori stranieri per i quali va riconquistato (e non  solo difeso) il principio della universalità del diritto". La crisi fa emergere un clima di paure e rancori, nel quale vengono minacciati gli assetti sociali e i rapporti di forza tra lavoro e impresa, come sta accadendo a proposito di scuola, sanità, previdenza, diritto del  lavoro.

di Anna Avitabile 

(BUSTO ARSIZIO 18.3.2010) - Concluso il 10° congresso della Cgil Lombardia con la conferma del segretario generale uscente, Nino Baseotto, rieletto dal  nuovo Comitato Direttivo per i prossimi quattro anni (100 voti favorevoli su 149 votanti, 30 gli astenuti e 19 i contrari).

Un'altra novità positiva deriva dalla presentazione di un unico documento conclusivo e di un'unica lista unitaria, votati entrambi a larghissima maggioranza: il primo con 1 voto contrario e 29 astenuti e la seconda con 17 contrari e 25 astenuti; a favore 570 voti, pari al 93,1 per cento.  Com'è noto, nelle assemblee di base il 77,17 per cento dei voti era andato alla prima mozione e il 22,83 per cento alla seconda, risultato quest'ultimo che pure non era stato certificato dal documento di minoranza. "Si è fatto un passo in avanti – dichiara la Cgil Lombardia - che, nel riconoscimento del pluralismo, costituisce il contributo della Cgil Lombardia al percorso politico che avrà la sua conclusione nell'assise nazionale della Cgil a Rimini, il prossimo mese di maggio".

Prima delle votazioni Morena Piccinini, segretaria della Cgil nazionale, ha concluso i lavori del Congresso. Secondo la dirigente, la scelta di andare alle assemblee di base divisi al proprio interno, anziché assumersi la responsabilità di cercare una sintesi delle diverse posizioni  rappresenta  ormai il passato. Oggi si tratta di "guardare oltre", come recita l'indovinato slogan scelto dalla Cgil della Lombardia. "Oggi – sostiene la dirigente - va rimarcato il risultato non solo numerico, ma soprattutto politico derivante dal voto dei lavoratori: si è definita la linea d'azione della Cgil e si è garantito il pluralismo interno, più ampio rispetto a quello che di volta in volta si manifesta nelle mozioni contrapposte".

    La confederalità va intesa come interdipendenza, sostiene Piccinini, perché l'azione del sindacato di categoria, del sindacato che opera sul territorio e l'azione di assistenza individuale interagiscono tra loro nella tutela di un unico soggetto, il lavoratore. Ma occorre un sistema di regole valide per tutti che misuri rappresentanza e rappresentatività delle organizzazioni sindacali. "Per arrivare a una proposta legislativa dobbiamo costruire un progetto forte da discutere con i lavoratori e con le forze politiche".

    La crisi fa emergere paure e rancori che impediscono di pensare al futuro. C'è chi approfitta di questo clima per cambiare gli assetti sociali e i rapporti di forza tra lavoro e impresa, come si è fatto a proposito di scuola, sanità, previdenza, diritto del  lavoro. E invece vanno riaffermate le responsabilità pubbliche e sociali, accanto a quelle individuali, nel contrastare la decomposizione che attraversa il paese. "Come riaffermare la dignità della persona – conclude Piccinini – è tutta qui la questione che abbiamo di fronte. A partire, ad esempio, dai lavoratori stranieri per i quali va riconquistato (e non solo difeso) il principio della universalità del diritto".
 
 
 

MORTI BIANCHE

 

LEGGI INAPPLICATE  

E GOVERNO TACE

 

"Nell'Italia del terzo millennio si continua a morire di lavoro. E questo è inaccettabile". Lo dichiara il senatore del Pd Paolo Nerozzi, vicepresidente della commissione d'inchiesta sugli infortuni e le morti sul lavoro, che così continua: "Nonostante la disoccupazione e la cassa integrazione stiano colpendo centinaia di migliaia di lavoratori italiani e le loro famiglie, la tragedia quotidiana degli incidenti e delle morti sul lavoro continua e pare non voler trovare fine. E' inaccettabile il fenomeno così come lo è l'inerzia del governo. Ma purtroppo -conclude Nerozzi - molte imprese hanno capito che le leggi sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, anche se ci sono, possono essere aggirate con facilità perché le ispezioni nelle fabbriche e nelle aziende nonché e le sanzioni ai datori di lavoro  previste non vengono pienamente applicate. E il governo tace".
 
 
 

Riceviamo e volentieri segnaliamo

 

Un omaggio a

Agnes Heller

 

Venerdì 19 marzo

Palazzo Falconieri,

Accademia D'Ungheria

via Giulia 1

Il Dipartimento di Filosofia dell'Università Roma Tre e l'Accademia d'Ungheria in Roma promuovono un pomeriggio di incontri filosofico-letterari.

 

Ore 16.00 - Dibattito sul tema:

 

Ebraismo, etica e politica

Claudia Dovolich

Francesca Brezzi 

Giovanna Costanzo

Lorella Cedroni

Vittoria Franco

Ore 19.00 - Tavola rotonda sul tema:

Letteratura e/o Filosofia

Intervengono:

Agnes Heller

Janos Kelemen

Susan Petrilli

Augusto Ponzio

 

Per informazioni: Accademia d'Ungheria

tel. 06 6889671  accadung@tin.it
 
 

mercoledì 24 marzo 2010

IL COOPERATIVO COMPIE 105 ANNI

18 MARZO 1905 - 18 MARZO 2010

Armuzzi, Biagini, Dezza, Lezzi e Malpeli lo fondarono come sede de "L'Avvenire dei lavoratori" e come luogo d'incontro tra intellettuali e immigrati impegnati nelle nascenti organizzazioni operaie. Dalla nascita del sindacato di lingua italiana all'opposizione contro la guerra, dalla lunga lotta contro il fascismo alle battaglie, che continua, contro la xenofobia -- un secolo e un lustro di storia socialista italiana della quale il leggendario centro zurighese è stato testimone: fedele a un'Idea che non muore.

martedì 16 marzo 2010

Roma - "Non toccare il mio amico"

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Conferenza stampa di SOS Razzismo Italia

Nel 1989, quando un giovane sudafricano, Jerry Hassan Masslo, fu ucciso nelle campagne di Villa Literno, l’Italia intera scese in piazza nella Capitale, rispondendo all’appello di tutti i partiti politici, dei sindacati e delle associazioni.

    Vent’anni più tardi, a Rosarno, si è verificato un vero e proprio “Pogrom” che con il pretesto di difendere gli immigrati africani dalla violenza razzista di matrice economico-mafiosa, ha dato luogo alla deportazione “legale” ed umanitaria di centinaia di lavoratori immigrati. Questa volta la manifestazione di protesta ha coinvolto solo 2.000 persone. Ed alcuni partiti di destra hanno aggiunto alla violenza fisica quella verbale.

    E’ evidente che in questi anni, paure, dubbi, inadeguatezza, più o meno colpevoli silenzi, politiche insufficienti, legislazioni restrittive hanno determinato  un indebolimento  della coscienza democratica di questo Paese. Per questo la nostra sensibilità  antirazzista ci impone di  riprendere in mano risolutamente la battaglia  dei diritti,  identificando una serie di obbiettivi strategici che consentano a tutti di recuperare il senso e la percezione della gravità della situazione. Dobbiamo ritrovare e rafforzare l’entusiasmo perduto, diffonderlo ed alimentarlo affinché vittime di discriminazioni o di umiliazioni a causa del colore della pelle, religione, sesso, provenienza, non restino sole.

    Questo scenario è riconducibile a diverse cause:

    1.      l’assenza di uno Stato di diritto,  (buona parte della legislazione in materia di immigrazione è in contrasto stridente con il dettato costituzionale e i Diritti Umani);

    2.      la decomposizione della società civile, (la globalizzazione e la crisi hanno rappresentato un formidabile pretesto per ridefinire l’assetto sociale e istituzionale del Paese ponendo in secondo piano i valori della solidarietà);

    3.      la  sinergia tra Lega Nord e Mafia, (Il razzismo viene alimentato e strumentalizzato per imporre scelte  autoritarie a livello politico e condizionare il mercato del  lavoro).  

Oggi  l'immigrato rappresenta il capro espiatorio, responsabile di ogni disagio.
    Questo il motivo che ci ha spinti ad elaborare, insieme alla casa madre francese, SOS Racisme, un manifesto di intenti sottoscritto da personalità della società civile, da Dario Fo a Roberto Saviano, da Moni Ovadia ad Oliviero Toscani, al quale hanno aderito ad oggi oltre 4000 persone. “Non toccare il mio amico”, una iniziativa , la nostra che si inserisce nel quadro della “primavera antirazzista” e che ci vede impegnati ad oltranza  in iniziative di sensibilizzazione sul territorio nazionale a partire dallo scorso 26 febbraio (www.nontoccareilmioamico.net).

    La nostra resistenza costituisce dunque  un rinnovato impegno democratico ispirato alla non violenza e alla difesa intransigente della legalità costituzionale e della Dichiarazione universale  dei Diritti dell’Uomo.

    Alla conferenza stampa parteciperanno, pertanto, oltre alla delegazione di  SOS Racisme France nella persona del presidente Dominique Sopo, ed a quella italiana rappresentata dal segretario generale Angela Scalzo; attori autorevoli quali: la Commissione diritti umani del Senato, l’onorevole Fabio Porta ed alcune personalità della società civile che hanno aderito al manifesto.

Vi aspettiamo alla Camera dei Deputati

sala del Mappamondo

via della Missione, 4

17 marzo 20010 alle ore 11,30. 

lunedì 15 marzo 2010

Parigi - Stranieri di nome europei di fatto

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Parigi - Stranieri di nome europei di fatto

Dopo la mobilitazione del 1° marzo all'Hotel de Ville a Parigi il PD Parigi ha organizzato la presentazione della campagna Stranieri di nome, Italiani di fatto dei Giovani Democratici italiani.

Venerdi’ 5 marzo, la federazione parigina del Partito Socialista francese ha ospitato  il dibattito «Stranieri di nome, Europei di fatto», appuntamento della campagna sull’immigrazione promossa dai Giovani Democratici.
All’incontro, organizzato dalla sezione del PD Parigi, introdotto dal Segretario Beatrice Biagini, sono intervenuti Fausto Raciti, Segretario nazionale dei GD, Khalid Chaouki, Responsabile della campagna e la candidata nelle liste del PS nell’Ile-de-France Mme Magali Vergnet.

    La discussione, moderata da Barbara Revelli è partita dalla proposta dei GD per riformare la condizione dei nuovi italiani e ha toccato i vari aspetti della questione, ponendo in parallelo la situazione in Francia e nel nostro paese.
Chaouki ha presentato la proposta dei GD, tra i punti ci sono apparsi interessanti la proposta per riformare il diritto di cittadinanza, la  legge quadro sul diritto d’asilo, la cancellazione del reato di clandestinità, i fondi per le scuole elementari ad alto tasso di presenza di bambini stranieri, una nuova legge sulla libertà religiosa. La campagna, che ha coinvolto diverse province italiane, è ospitata anche su un blog del sito de L’Unità
http://nuoviitaliani.blog.unita.it/
Raciti ha tenuto a sottolineare come il problema non sia solo di carattere legislativo, per tradurre le leggi in realtà, é necessario lanciare una proposta culturale alternativa, smontando i pregiudizi e le paure presenti tra molti « vecchi » italiani. La paura verso il diverso, alimentata ad arte dai mezzi di informazione, genererà uno scontro frontale tra poveri, aumentando le difficoltà attuali. E’ necessario articolare la nostra proposta in termini diversi, la questione centrale é la distribuzione delle risorse, « ricchi e poveri », non italiani e stranieri. Cosi’ facendo, rifiutando le semplificazioni e la demagogia, la società italiana potrà giungere ad un punto nuovo di integrazione di tutti i suoi cittadini, italiani vecchi e nuovi.

    All’iniziativa era presente anche un delegazione dei GD Piemonte, impegnata a sostenere i candidati e le liste del PS per le elezioni regionali francesi. I GD Piemonte hanno promosso una collaborazione con il Movimento dei Giovani Socialisti Francesi, MJS, di reciproco sostegno per le elezioni regionali nei rispettivi paesi, nello spirito della collaborazione europea, sancita dall’alleanza dei Socialisti e dei Democratici. La settimana precedente infatti,  i compagni di MJS erano stati ospiti a Torino per partecipare alla campagna elettorale del PD e di Mercedes Bresso.
L’incontro, molto partecipato, ha avuto diversi contributi dal pubblico, con alcune testimonianze  personali di emigrati e  di azioni politiche sul proprio territorio.  L’immigrazione é stata utilizzata dalla destra per alimentare la paura dei cittadini, richiamando istinti di diffidenza, agitando dati falsi attraverso le televisioni e i giornali. Il Partito Democratico, i Giovani Democratici, intendono partire da una corretta informazione per costruire una proposta di integrazione che rispetti le identità di ciascuno e pretenda il rispetto delle leggi, nello spirito della solidarietà tra i cittadini, come previsto dalla nostra Costituzione.

    Il PD Parigi, attraverso gli interventi di alcuni suoi aderenti , ha dato disponibilità per sostenere la campagna dei Giovani Democratici, mettendo a disposizione anche le esperienze dei numerosi italiani emigrati all’estero.  

Riceviamo e volentieri segnaliamo

Milano - In difesa della Costituzione e della Democrazia

Diamo vita ad una grande manifestazione unitaria, partecipiamo tutte e tutti, sabato 13 marzo dalle ore 15 in largo Cairoli.

L'11, 3. 2010, si sono riuniti i rappresentanti e i coordinatori del Popolo Viola di Milano, di Qui Milano Libera, di Adesso Basta!, Movimento 5 Stelle Lombardia, Italia dei Valori, Sinistra Ecologia e Libertà, Federazione della Sinistra, Verdi, Partito Socialista, Partito Democratico, e hanno concordato il seguente comunicato:

    Le forze sociali e politiche democratiche invitano tutte e tutti a mobilitarsi per un forte impegno civile ed etico in difesa della Costituzione e della Democrazia denunciando la gravissima emergenza dell’aggressione del Governo allo Stato di diritto, le leggi ad personam, il cosiddetto legittimo impedimento e il decreto salva liste. Denunciando inoltre l’attacco ai diritti e alla dignità del lavoro, in particolare all’articolo 18, e alla libertà di stampa.

    Mettendo da parte la competizione elettorale per difendere la Democrazia e i principi di eguaglianza e dello Stato di diritto che appartengono a tutti.

    Diamo vita ad una grande manifestazione unitaria, partecipiamo tutte e tutti, sabato 13 marzo dalle ore 15 in largo Cairoli.       

venerdì 5 marzo 2010

Laicità - Solo bambini cristiani

Alla scuola materna pubblica di Goito (MN) ammessi solo bambini cristiani
Roma (NEV, 3 marzo 2010) - Il Consiglio Comunale di Goito, vicino Mantova, la scorsa settimana ha approvato a maggioranza un regolamento che prevede l’accesso all’asilo pubblico comunale ai soli bambini che provengono da famiglie che accettano “l’ispirazione cristiana della vita”. La giustificazione sarebbe quella per cui “pur essendo l’asilo pubblico, da sempre viene gestito secondo criteri che si ispirano al cristianesimo”, e cioè da suore.

Massimo Aquilante, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), si è detto indignato per questa misura che colpisce in primis proprio i più indifesi della nostra società, i minori.

“Con questo provvedimento di fatto si impedisce a questi bimbi di crescere senza pregiudizi e si preclude loro un’occasione di conoscenza reciproca e di scambio che sono alla base di una società aperta e accogliente”. Per il presidente della FCEI “ci troviamo di fronte a un grave segnale di quel razzismo diffuso che sempre più frequentemente si sta manifestando nel nostro paese”. Inoltre Aquilante ha definito “deplorevole l'ignoranza da parte degli amministratori rispetto ai più fondamentali diritti della persona previsti dalla nostra Costituzione, nonché dalla Convenzione europea sui diritti dell'uomo”.

Aquilante ha poi concluso: “Preoccupante è infine la strumentalizzazione che si fa dell'evangelo di Gesù Cristo che invita proprio all'inclusione e all'accoglienza”.

Antonio Lombardi (1921-2010)

Sentieri di/versi di un sindacalista socialista
Si è spento a Napoli Antonio Lombardi. Dirigente socialista della Cgil era nato ad Acerra (Napoli) il 15 gennaio del 1921.

di Vincenzo Esposito
A 14 anni è apprendista alle Manifatture Cotoniere Meridionali, nel 1938, lavora presso una piccola “Officina meccanica e fonderia di leghe leggere, nel 1946 è assunto all’ARAR (Azienda rilevazione e alienazione di residuati bellici) dove viene eletto Segretario della Commissione Interna.

Nel dicembre del 1946, in occasione dello sciopero provinciale di Napoli, il primo del dopoguerra, contro il caro vita, lascia l’azienda ed organizza il Sindacato provinciale dei lavoratori del Traffico e Ausiliari poi confluito nella Federazione degli Autoferrotramvieri, entra a far parte della Segreteria e vi resta fino al 1950.

Nel febbraio del 1951 è alla FIOM provinciale e vi resta fino al 1957 quando entra a far parte della Segreteria della Camera del Lavoro di Napoli.

Nel luglio 1975, col I Congresso Regionale della CGIL, viene eletto nella Segreteria.
Nei primi anni ’80, prima di lasciare definitivamente ogni attività, si occupa della Formazione Sindacale.
Lombardi è stato nel Comitato Centrale e nell’Esecutivo Nazionale della FIOM; nel Direttivo Nazionale della CGIL nonchè componente, in rappresentanza unitaria dei lavoratori, della Giunta della Camera di Commercio di Napoli dal 1963 al 1975.

Nel PSI (Partito Socialista Italiano), nel quale era entrato dopo la scissione di Palazzo Barberini (1947), è stato negli organismi dirigenti fino alla introduzione delle norme sulla incompatibilità tra cariche politiche e sindacali (1968).

Ha pubblicato, per i libri di Novus Campus, Memorie di un sindacalista e Sentieri di/versi.