mercoledì 20 aprile 2016

Legge sull’edilizia di culto

Da CRITICA LIBERALE - riceviamo e volentieri pubblichiamo

 

Sconcerto per il "sì" del Veneto alla legge sull'edilizia di culto

 

"Una legge sbagliata che aumenterà la ghettizzazione delle comunità religiose di minoranza", è il commento del pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), all'indomani dell'approvazione da parte del Consiglio regionale del Veneto della cosiddetta legge "anti-moschee".

 

La legge, rubricata come "Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio", di fatto ricalca quella lombarda recentemente bocciata dalla Corte costituzionale perché lesiva del principio della libertà di culto (vedi NEV 8/2016). "Un testo – aggiunge sconcertato il pastore Negro - che comprende norme che limitano drasticamente la possibilità di aprire luoghi di culto e quindi violano il fondamentale principio costituzionale che riconosce la libertà delle pratiche religiose sia in privato che in pubblico".

    Tra le norme della nuova legge quella che tra l'altro impone che i luoghi di culto possano essere aperti solo in aree, generalmente periferiche, destinate a "infrastrutture". "La conseguenza è che invece di promuovere l'integrazione e lo scambio interculturale e interreligioso tra i musulmani e la comunità che li circonda – prosegue ancora il presidente FCEI -  con questo provvedimento si favorisce la crescita di aree chiuse, autoreferenziali e distaccate dal tessuto sociale della città. E' una scelta miope e irrazionale, compiuta sull'onda di un pregiudizio che mina il pluralismo religioso e distrugge il cammino compiuto in questi anni per tutelare la libertà di culto di tutte le minoranze. Noi evangelici denunciamo questo provvedimento che limita un principio costituzionale di primaria importanza e riaffermiamo il nostro impegno per la libertà religiosa di tutti, compresi quei musulmani che soffrono delle discriminazioni e della xenofobia alimentati dalla violenza dell'islamismo radicale di cui anch'essi sono vittime".

    Nelle scorse settimane la Corte Costituzionale ha "bocciato" alcuni articoli di un'analoga legge detta "anti-moschee" approvata dalla regione Lombardia, riconoscendo così la fondatezza delle ragioni contenute nell'istanza impugnativa che, avvalendosi della consulenza dell'avv. Alberto Fossati, la FCEI aveva prontamente promosso.

 

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Chiese virtuali ?

Da MondOperaio http://www.mondoperaio.net/

 

Le religioni tornano anche da noi protagoniste della dimensione pubblica, ma la secolarizzazione prosegue nello spopolamento delle chiese, un trend originariamente protestante nel quale le vecchie fedi si ripresentano soprattutto come un fatto etico e culturale…

 

di Danilo Di Matteo

 

La religione (le religioni), dopo gli anni nei quali la secolarizzazione completa della società sembrava inesorabile, tornano protagoniste della vita pubblica. Nel contempo, per ciò che riguarda la cristianità europea con le sue varie confessioni, continua a diminuire il numero di coloro che frequentano le chiese: come se si invocasse una presenza per lo più mediatica dei leader religiosi, una loro partecipazione e un loro coinvolgimento nello spazio pubblico, senza con ciò impegnarsi attivamente almeno la domenica mattina.

    Il fenomeno non riguarda solo il mondo cattolico. Anche i paesi protestanti per antonomasia del nord-Europa, quelli scandinavi, conoscono una percentuale bassissima di “membri di Chiesa”. Come se il protestantesimo fosse soprattutto un fatto culturale. E in Germania, dove la percentuale di cattolici e di protestanti è simile, i luoghi di culto sono sempre meno affollati.

    Da noi (e pure altrove) papa Francesco rappresenta un punto di riferimento assai importante: si discute sui suoi gesti e su ciò che scrive, è divenuto un vero e proprio simbolo, incarna tenerezza, misericordia, dialogo, amore cristiano. Eppure il numero dei “praticanti” diminuisce ancora. Un effetto del prevalere della dimensione virtuale? Di certo un dato sul quale riflettere, anche per i suoi risvolti in altri ambiti.

mercoledì 13 aprile 2016

Il ricatto del lavoro

FONDAZIONE NENNI

http://fondazionenenni.wordpress.com/

 

Continuando di questo passo, arriverà qualcuno che ci invita a rimpiangere la pena di morte poiché abolendola del tutto, si perderebbero dei posti di lavoro. Sicuramente quelli dei boia. So che si tratta di un’affermazione che ha del paradossale, ma invito tutti a riflettere prima che sia davvero troppo tardi e che nel senso comune prevalga l’idea che un posto di lavoro, magari anche soltanto promesso vale il sacrificio di qualsiasi principio e convinzione.

 

di Silvano Miniati

 

Stiamo rischiando una deriva pericolosa che porta oltretutto a considerare chiunque la pensi in maniera diversa da noi un pericoloso nemico che merita, com’è capitato a Saviano, di essere bollato come mafioso.

    A proposito, non c’era affatto nessun bisogno di rispolverare una vecchia e gloriosa testata come quella dell’Unità per dimostrare come anche a sinistra, pur rimanendo altra cosa rispetto al foglio e al giornale, una volta individuato uno che la pensa in modo diverso è del tutto lecito trasformarlo in un nemico, venduto e mafioso.

    A ben vedere, questo modo di ragionare, lo si sta utilizzando nella campagna pro o contro le trivellazioni e in ultimo sullo scandalo “Tempa Rossa”. Chi come me, per ragioni di età e di esperienza ne ha viste tante non può fare a meno di ricordare che quando incominciarono i dubbi, soprattutto in Piemonte sull’amianto o in Liguria sull’ACNA di Cengio e potremmo continuare ricordando Mestre , Taranto, per arrivare alla terra dei fuochi, l’argomento principale di coloro che erano evidentemente senza argomenti fu sempre quello che continuando con quelle politiche sciagurate, avremmo salvato o creato nuovi posti di lavoro.

    In queste ore, abbiamo assistito a servizi televisivi dedicati allo scandalo scoppiato in Basilicata, che ci hanno rimandato immagini di persone per bene e disperate, in prevalenza anziani che affermavano che alla fine almeno anche se c’erano state delle porcherie, erano state compiute a fin di bene in difesa di qualche posto di lavoro.

    Dichiarazioni che si possono comprendere in quanto provenienti da persone in perfetta buona fede. Dichiarazioni spontanee e niente affatto pagate dal faccendieri al servizio dei responsabili veri di una situazione tanto grave. In nome del posto di lavoro, oggi ci si chiede di rinunciare a priori al diritto di esprimere un’opinione e di andare invece al mare come ci fu proposto tanti anni addietro da persone che a ben vedere meritavano più considerazione di coloro che lo stesso appello lo fanno oggi.

  Sono davvero allarmato e quando mi torna per un attimo alla mente il posto di lavoro del Boia, giustificabile solo se esiste la pena di morte, so bene che è perché non sto improvvisamente impazzendo, ma perché tocco con mano il rischio di vedere tornare di moda una concezione del lavoro e della sicurezza che dalle miniere alle campagne fino agli impianti chimici ha già seminato tanti lutti nel nostro paese, bloccando oltretutto anche crescita e sviluppo

 

giovedì 7 aprile 2016

72° ANNIVERSARIO DELLE FOSSE ARDEATINE

Memoria

 

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è recato oggi al Mausoleo Ardeatino, luogo della strage compiuta dai nazisti nella quale furono fucilati 335 civili e militari italiani.

 

ROMA 23/03/2016 \ aise\ - Al suo arrivo al Mausoleo Ardeatino, accompagnato dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, il presidente Mattarella ha deposto una corona sulla lapide che ricorda i caduti dell'eccidio del 24 marzo 1944.

    Dopo il saluto di Rosina Stame, presidente dell'Anfim - Associazione Nazionale Famiglie Italiane Martiri caduti per la libertà della Patria, Aladino Lombardi, segretario generale dell'Anfim, ha letto i nomi delle vittime della strage: da Agnini Ferdinando a Zironi Augusto.

    La cerimonia è proseguita con la preghiera cattolica officiata dal monsignor Franco Sarzi Sartori, rappresentante dell'Ordinario Militare, e la preghiera ebraica officiata dal rabbino della Comunità ebraica di Roma, Alberto Funaro.

    Al termine il presidente Mattarella ha reso omaggio alle vittime della strage all'interno del Mausoleo.

    Hanno partecipato alla cerimonia il presidente del Senato, il presidente della Corte Costituzionale, la vicepresidente della Camera dei deputati, il presidente della Regione Lazio, il commissario straordinario per la provvisoria gestione di Roma Capitale, il capo di Stato Maggiore della Difesa. (aise)