giovedì 21 marzo 2013

ITALIANI NEL MONDO

ITALIANI NEL MONDO / Argentina


UN PONTEFICE DALL'EMIGRAZIONE


Primo latino-americano, primo gesuita, primo Francesco. Ma anche

il primo papa proveniente da una comunità italiana d'emigrazione


di Fabio Porta, deputato PD (Circoscrizione estero)


La Chiesa cattolica ha un nuovo Papa; un “Papa buono”, che mi ha ricordato subito la dolcezza paterna di “Giovanni XXIII”, il Papa che ci lasciò esattamente cinquanta anni fa.

    Per la prima volta il Vescovo di Roma viene scelto oltre-oceano, in quel continente latino-americano dove esiste una Chiesa cattolica viva e dinamica e dove da oltre un secolo risiede la più grande collettività italiani fuori d’Italia.

    Per gli italiani nel mondo, per gli italiani di Argentina e di tutta l’America Latina si tratta di un momento storico, e non soltanto per i cattolici.

    E’ un ulteriore e visibile riconoscimento della grandiosità della presenza italiana nel mondo, nonché della “cattolicità” e dell’universalità della Chiesa che è andata a trovare “alla fine del mondo” il suo nuovo pontefice.

    Abbiamo infine tutti apprezzato la scelta del nome: “Papa Francesco”.  E’ un richiamo alla radicalità evangelica della scelta di servire la Chiesa, alla povertà, ai valori fondanti la Chiesa di Cristo.

    Al nuovo Papa auguriamo di contribuire al rinnovamento della Chiesa cattolica e alla rinascita della speranza e della fede nel mondo.

    Noi italiani-sudamericani lo aspettiamo tra pochi mesi a Rio de Janeiro, alla prima giornata mondiale della gioventù cattolica organizzata proprio in quel continente latino-americano dal quale è arrivato a Roma questo Papa buono e semplice.


 

ITALIANI NEL MONDO / Tunisia


Molti gli avvenimenti nel Mediterraneo


In Tunisia l'assassinio di Chokri Belaïd, avvenutoil 6 febbraio scorso, ha provocato la più grave crisi dalla Rivoluzione dei Gelsomini. Il 15 marzo scorso, dopo un periodo di pausa è uscito il nuovo quaderno, "numero doppio", de Il Corriere di Tunisi, storica testata italiana nel vicino Paese mediterraneo. Rilanciamo di segzuito ampi stralci tratti dall'editoriale.


Molti gli avvenimenti che si sono succeduti durante il mese di febbraio da questo sud e da questo nord del Mediterraneo. In Italia la coalizione di sinistra, seppur ha vinto le elezioni, non ottiene i numeri sufficienti per governare agevolmente. Dovrà fare alleanze e con chi? Otterrà o non otterrà la fiducia e da quale parte dell'emiciclo potrà ottenere consensi? Si dovrà ritornare a votare? (...)

    In Tunisia l'assassinio di Chokri Belaid ha segnato un passaggio importante che ha scosso tutto il paese. La partecipazione corale al funerale del leader di sinistra, ucciso mentre usciva di casa e dopo essersi, la vigilia, lamentato in televisione del dilagare delle violenze politiche, sotto il segno dell'impunità, ha profondamente scioccato l'insieme dell'opinione pubblica anche quella tradizionalmente in opposizione con gli ideali del partito di Belaid.


La crisi di governo che ne è scaturita è, a questo titolo, esemplare: le dimissioni di Jebali, la nomina dell'ex Ministro degli Interni a Primo Ministro e l'approvazione di un governo che vede agli Esteri, alla Difesa, agli Interni e alla Giustizia ministri indipendenti ci sembra essere un passaggio importante che certamente dovrebbe aiutare al miglioramento di una situazione di stasi nel paese.

    Si è festeggiato in tutto il mondo l'8 marzo ed anche quest'anno le donne tunisine hanno voluto tramite molteplici manifestazioni culturali e politiche rivendicare parità ed eguaglianza di diritti, in una realtà in cui questi sono costantemente messi a repentaglio.

    Molti gli arresti nel paese in questi ultimi giorni e molte le speranze che questi  non vengano seguiti da immediate liberazioni. La circolazione di armi continua ad essere una delle inquietudini maggiori ed il problema della sicurezza sta diventando uno dei problemi che insieme al caro vita preoccupano maggiormente i tunisini e tutti noi.

Non è ancora chiara la prossima agenda politica e non è stata ancora stabilita la data delle prossime elezioni nel paese, cio' che contribuisce a mantenere dubbi ed incertezze mentre si continua a temere la ricaduta della guerra in Mali. Basta vedere il filo spinato intorno all'Ambasciata di Francia per misurare l'inquietudine delle autorità specie dopo quello che è successo alcuni mesi orsono all'Ambasciata statunitense.

 

giovedì 14 marzo 2013

Riceviamo e volentieri segnaliamo


Camillo Prampolini Costruttore di Socialismo


di Silvia Bianciardi - Edizioni il Mulino, Bologna 2012

 

Presentazione del libro promossa da:

Fondazione di studi storici Filippo Turati

Fondazione Anna Kuliscioff

Critica Sociale


Milano giovedì 14 marzo ore 17,30

presso la Società Umanitaria / ingresso da via S. Barnaba 48

 

Partecipano:

Prof. Roberto Chiarini (Università degli Studi, Milano)

Prof. Maurizio Degli Innocenti (Universtità di Siena)

Prof. Maurizio Punzo (Università degli Studi, Milano)

 

Presiede:

Walter Galbusera, Presidente Fondazione Kuliscioff

 

Sarà presente l'autrice.


 

Riceviamo e volentieri segnaliamo


CASA DEL POPOLO CASA DI TUTTI


ne parlano alla

 

CASA DEL POPOLO DI TORRE

PORDENONE / VIA CARNARO 10

 

il 16 marzo 2013 dalle 16.30

 

Fabio Santin, Rino De Michele e Mario Vigiak

della rivista ApArte, materiali irregolari di cultura libertaria

 

Davide Pascutti, autore (con Paolo Cossi) del libro a fumetti

C’è una storia a raccontare - La Casa del Popolo di Torre compie 100 anni

 

Gigi Bettoli, storico

 

Marco Puppini, storico

 

Interventi teatrali di Paola Brolati

 

In esposizione i disegni originali di Paolo Cossi e Davide Pascutti

 

a seguire dalle 19.30 circa al Prefabbrikato

Circolo Emiliano Zapata - Via Pirandello – Villanova - Pordenone

 

Cena sociale e concerto

 

con Monica Giori e l’Erba Mata - musica popolare veneziana

 

e con Roberto Bartoli contrabbasso solista

 

 

Riceviamo da vivalascuola

e volentieri pubblichiamo


Uomini in educazione


Un contributo per l'8 marzo


di Giorgio Morale


Quest'anno, in occasione della ricorrenza dell'8  marzo, parliamo di "uomini in educazione":

http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2013/03/04/vivalascuola-136/
 
La femminilizzazione della scuola infatti è anche un problema maschile. A cosa è dovuta la scarsa presenza maschile nei percorsi di studio e nelle professioni educative?
Perché gli uomini hanno abbandonato la scuola?

 

Libertà religiosa in Italia

Cultura e diritti


Le chiese evangeliche italiane rilanciano il tema della libertà religfiosa con due convegni, "impegnati in una campagna per sostituire le norme fasciste sui 'culti ammessi' con una legge rispettosa dei principi costituzionali di laicità e di pluralismo". Giuristi, politici ed esponenti religiosi a confronto il 21 e 22 marzo a Roma e Milano.


Roma (NEV), 13 marzo 2013 – Dopo le elezioni politiche, e nonostante il quadro istituzionale ancora incerto, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) torna ad occuparsi con due Convegni del tema della libertà religiosa in Italia. A Roma e Milano, rispettivamente il 21 e il 22 marzo, gli evangelici italiani - insieme a giuristi, politici ed esponenti religiosi - vogliono ribadire la necessità di disciplinare la materia con una legge ad hoc (vedi NEV 10/13).

    “Da tempo siamo impegnati in una campagna per sostituire le norme fasciste sui 'culti ammessi' con una legge rispettosa dei principi costituzionali di laicità e di pluralismo che si sono affermati anche nel corpo della società italiana”, spiega il pastore Massimo Aquilante, presidente della FCEI, nonché della Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato (CCERS).

    "Una legge per la libertà religiosa" è il titolo del convegno romano, organizzato in collaborazione con la CCERS, che si terrà dalle ore 15 presso il Centro Convegni Carte Geografiche di via Napoli 36. "L'idea dell'iniziativa romana è quella di stimolare parlamentari di diverso orientamento politico e culturale affinché si facciano garanti di una battaglia civile e democratica per la libertà religiosa di tutti", ha sottolineato Aquilante. All'incontro interverranno i costituzionalisti ed ex parlamentari Stefano Ceccanti e Roberto Zaccaria che nelle precedenti legislature hanno seguito da vicino le vicende dei vari disegni di legge. Seguirà una tavola rotonda presieduta da Paolo Naso (commissione studi FCEI) con i parlamentari Laura Boldrini, Khalid Chaouki, Vannino Chiti, Benedetto Della Vedova, Lucio Malan, Corradino Mineo.

    Il giorno successivo a Milano, presso la Sala del Grechetto di Palazzo Sormani in via Francesco Sforza 7, si parlerà di "Libertà religiosa nella società multiculturale e nello Stato laico". Il Convegno, organizzato in collaborazione con la CCERS e il Centro culturale protestante di Milano, sarà incentrato sulla situazione lombarda, dove da sette anni una legge regionale impedisce o limita gravemente l'edilizia di culto di comunità non cattoliche e senza protezione giuridica, com'è il caso di chiese evangeliche senza Intesa, ma anche di comunità islamiche e ortodosse romene. L'incontro si configura come una giornata di studio e vedrà nella mattinata gli interventi di Massimo Aquilante, presidente FCEI; Samuele Bernardini del Centro culturale protestante di Milano; Marialisa D'Amico, giurista; Silvio Ferrari, giurista; Alberto Fossati, costituzionalista; Giulio Giorello, filosofo. Il pomeriggio sarà dedicato alla riflessione e al dibattito con la partecipazione dei membri del Consiglio Regionale della Lombardia Fabio Pizzul, Lucia Castellano, Sara Valmaggi, e dell’assessore al Comune di Milano Marco Granelli in rappresentanza del Sindaco. (NEV, 13.3.2013)

 

Altissima povertà

FRESCHI DI STAMPA


"Liberare la Chiesa cattolica dal potere temporale. È questa la vera sfida che attende il prossimo Papa", così ragionava il segretario radicale Mario Staderini sul giornale di sinistra "Gli Altri" del 1 marzo scorso. E auspicava, Staderini, che il nuovo papa assumesse il nome di Francesco, "come il poverello di Assisi, che si spogliò da tutti i suoi averi". Mai un pontefice aveva assunto questo nome. Ma l'auspicio del leader anticlericale è andato a segno (sul resto si vedrà). Di seguito pubblichiamo ampi stralci della riflessione di Staderini


di Mario Staderini

segretario dei Radicali Italiani


Liberare la Chiesa cattolica dal potere temporale: è questa la vera sfida che attende il prossimo Papa. Liberarla da quelle enormi proprietà immobiliari, finanziarie, commerciali, insomma da tutto quello che trasforma la Chiesa in uno dei poteri economici e politici mondiali, capace per ciò solo di condizionare gli Stati e di corrompere se stessa.

    Quel potere il cui controllo è alla base delle lotte in Vaticano e che costituisce l'humus in cui è maturata la scelta di Benedetto XVI di abdicare.

    Per questo ci vorrebbe un pontefice che prenda il nome di Francesco I. Un Papa che non debba occuparsi dello IOR e dei suoi opachi intrighi di potere. Come il poverello di Assisi, che si spogliò da tutti i suoi averi per meglio «vivere secondo la forma del Vangelo» piuttosto che «vivere secondo la forma della Chiesa di Roma».

    Non è un caso che negli 800 anni successivi alla morte di San Francesco, mai ci sia stato un Papa che abbia scelto di chiamarsi con il suo nome. D'altronde, sarebbe stato impossibile farlo continuando a essere uno dei più grandi proprietari del pianeta.

    Rinunciare al potere temporale non significa tanto rinunciare ad una qualche forma di sovranità su un piccolo territorio, quanto liberare la chiesa dal peso degli affari e convertire in tutto il mondo l'immenso patrimonio immobiliare e finanziario vaticano per affermare il diritto umano fondamentale a non subire condizioni di miseria.

    In pratica, il prossimo Papa potrebbe farsi promotore, con una prima dotazione che potrebbe poi coinvolgere l'intera comunità internazionale. di un vero e proprio fondo per un welfare universale. Un fondo da affidare in via fiduciaria all'Onu o ad altre istituzioni internazionali in grado di gestirlo con criteri di massima trasparenza ed efficacia nella lotta contro la miseria.

    Lo stesso fiume di denaro dei tanti "otto per mille" sparsi per il globo che vengono oggi drenati dalle tasche dei cittadini potrebbe andare - al netto dei meccanismi truffaldini in quella direzione, richiamando la chiesa a quell'altissima povertà praticata da Francesco d'Assisi come forma di vita.

    Proprio ora che l'uscita di scena controllata di Benedetto XVI apre la strada a scenari sinora impensabili, la liberazione dal potere temporale è la precondizione per qualsiasi magistero, è anzi magistero essa stessa. E renderebbe persino possibile un ritorno alle origini del cristianesimo, quando oltre che dal clero i vescovi venivano eletti dalla comunità dei fedeli, compresi gli schiavi, e le donne occupavano ruoli di leadership prima di essere marginalizzate e fatte tacere.

    Utopie? Non è detto, visto che come ha scritto di recente Giorgio Agamben, Benedetto XVI, rinunciando al papato, «ha scelto di usare soltanto il potere spirituale di fronte a una curia che, del tutto dimentica della propria legittimità, insegue ostinatamente le ragioni dell'economia e del potere temporale». Tra i cardinali in conclave c'è qualcuno che ha le caratteristiche per essere Francesco I? (...)

 

LUCI E OMBRE

Jorge Mario Bergoglio è il nuovo papa con il nome di Francesco  



di Renzo Balmelli


Mai come questa volta è parso tanto attuale l'antico detto secondo il quale chi entra Papa in Conclave, ne esce cardinale. Erano parecchi i candidati alla successione di Ratzinger, ma certo non l'argentino di origini piemontesi Jorge Mario Bergoglio, gesuita, 76 anni, arcivescovo di Buenos Aires, che - tanto per dirne una - i bookmaker davano a 41 contro uno.

    Non che l'eletto fosse uno sconosciuto. Otto anni fa era stato il cardinale più votato dopo colui che poi divenne Benedetto XVI. Parlare di una tardiva rivincita non sarebbe il termine più appropriato, ma i confronti con il predecessore inizieranno molto presto, tanto più che dal nuovo Pontefice si attendono quanto prima i segnali della svolta di cui la Chiesa ha urgente necessità.

    Ciò detto, è fuor di metafora che la sorpresa è stata enorme. Erano da poco passate le otto della sera quando nella piazza San Pietro nereggiante di folla e di ombrelli si è levata la fumata bianca al termine di un Conclave relativamente breve. Se non il più rapido, di sicuro uno dei più celeri della storia.

    Ma la vera cosa inaspettata, capace di far ammutolire la folla che era in attesa cantando sotto la pioggia, è stato appunto il nome del prescelto che non era ne quello di Scola, l'arcivescovo di Milano in testa ai sondaggi, o del brasiliano Scherer, indicato tra i più quotati.

    Ancora una volta va riconosciuto che la Chiesa, sebbene ancorata nella sua secolare tradizione, ha dimostrato una straordinaria capacità di fare spettacolo e audience nel senso nobile del termine.

    Bergoglio è primo sotto vari aspetti: primo latino-americano sul soglio di Pietro, primo non europeo a diventare Papa, primo del suo ordine alla guida di oltre un miliardo di cattolici e primo a scegliere un nome mai usato in precedenza. Si chiamerà Francesco con un chiaro riferimento al santo di Assisi, scelta inedita che contribuisce a mettere a fuoco la sua personalità, ancora tutta da scoprire, e sulla quale si addensano luci e ombre.

    Nel suo paese era ammirato per la semplicità dei modi, tanto da essere considerato il "vescovo dei poveri". Ma in passato è stato anche criticato per l'atteggiamento passivo e il silenzio osservato nei confronti della dittatura militare argentina.

    Oggi gli addetti ai lavori considerano Jorge Mario Bergoglio un "riformatore", più vicino alla linea di Martini che a quella di Ratzinger.

    Le prime parole rivolte al fedeli appaiono comunque emblematiche: "Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli Cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo". Possono significare molte cose.

    Dalle sue prime mosse si capirà se il suo sarà un pontificato di transizione oppure un deciso rilancio dello spirito conciliare.