mercoledì 17 dicembre 2014

Diritti umani, Rom

LAVORO E DIRITTI

a cura di www.rassegna.it

 

 

"Fare business sui migranti è un crimine contro l'umanità". Il sindaco Marino s'impegna con l'associazione 21 Luglio: "Troveremo alternative. A dispetto della "mala cooperación" in città anche eventi culturali come "Roma suona Rom".

 

di Raffaella Sirena

 

Nella giornata mondiale dei diritti dell’uomo si torna a parlare di politiche di accoglienza e di inclusione sociale. Lo fa il sindaco di Roma Ignazio Marino all’indomani delle numerose iniziative promosse dall’Associazione 21 Luglio attraverso la campagna "Romaidentity – Il mio nome è Rom".

    Dopo il concerto al Teatro Argentina di lunedì 8, che ha visto il tutto esaurito per lo spettacolo con artisti rom di vari paesi europei, e in concomitanza con gli scandali legati all’inchiesta “Mafia Capitale”, l’amministrazione capitolina ha deciso di dare un segnale forte e di impegno per risolvere il nodo dell’integrazione della popolazione romanì.

    Che i campi rom siano luoghi di segregazione, peraltro gestiti sborsando somme ingenti, non è proprio una novità. Carlo Stasolla, presidente dell’associazione 21 Luglio, lo ripete da tempo e solo pochi mesi fa lo aveva dichiarato senza mezzi termini in occasione della presentazione del dossier Campi Nomadi S.p.A., mettendo in evidenza tutte le falle di un sistema fondato arbitrariamente sull’emergenza. Soltanto nel 2013, infatti, sono stati spesi circa 25 milioni di euro per i villaggi di solidarietà, otto quelli regolari autorizzati dal Comune e altrettanti quelli tollerati.

    Esattamente venti anni fa, nel 1994 con la giunta Rutelli, è stato realizzato a Roma il primo campo a via Salviati, mentre l’ultimo risale al 2012 in zona La Barbuta. Recentemente la Commissione europea si è pronunciata contro il sistema dei campi nomadi, riconoscendo la violazione dei diritti umani e paventando l’apertura di una procedura d’infrazione contro il governo italiano per condannare la politica discriminatoria e le pratiche degli sgomberi forzati.

    Alexian Santino Spinelli – musicista e compositore che insieme al suo gruppo e all’Orchestra europea per la Pace ha partecipato al concerto Roma suona Rom – denuncia la condizione di apartheid che si vive all’interno dei campi rom. “Sono uno scandalo razziale – dice Alexian – e il fatto che si faccia business su immigrati e rom rappresenta un crimine contro l’umanità. Le istituzioni devono azzerare le modalità fino ad oggi applicate, eliminando i rapporti con le organizzazioni collegate alla criminalità e promuovendo immediatamente la creazione di una consulta romanì composta esclusivamente da rom e sinti. I rom sono in grado di autorappresentarsi anche senza la mediazione di associazioni laiche o religiose. Se si combatte la segregazione si combattono anche l’economia di sopravvivenza e l’illegalità. Bisogna agire non solo a livello sociale e abitativo, ma anche a livello culturale per smontare pezzo dopo pezzo il pregiudizio”.

 

martedì 9 dicembre 2014

Anomalia istituzionale

FONDAZIONE NENNI

http://fondazionenenni.wordpress.com/

 

 

di Cesare Salvi

 

Bimestre bianco: alle anomalie istituzionali iniziate con il governo Monti si aggiunge una nuova, quella di dimissioni pronosticate, ma non ancora date, dal capo dello Stato. D’altra parte, Napolitano aveva reso chiaro al momento della sua rielezione che si sarebbe dimesso prima del termine del settennato, e i partiti hanno accettato, così come avevano accettato tutte le sue scelte degli ultimi anni, dal governo Monti in poi.

    Fatto sta che a una situazione già difficile sul piano politico-istituzionale, come tutte quelle che precedono l’elezione del presidente della Repubblica, ancora una volta i partiti aggiungono problemi. In primo luogo, per le divisioni interne che li attraversano, e che possono trovare nello scrutinio segreto il modo di manifestarsi. In secondo luogo, per lo scontro che si è aperto sulla priorità da dare alle riforme (elettorale e costituzionale) o all’elezione del nuovo capo dello Stato.

    Questa controversia è proprio strana. Renzi dice che intende governare tutta la legislatura. Perché allora questa fretta? C’è chi dice che pensa a elezioni anticipate, che in ogni caso però non potrebbero svolgersi nei primi mesi del prossimo anno, per tre ragioni. In primo luogo, la legge elettorale anche se sarà approvata dal Senato nelle prossime settimane, dovrà poi ritornare alla Camera, essendo previste modifiche. Inoltre, perché rimane aperto il problema della legge elettorale per il Senato, non prevista dall’Italicum (mentre la riforma costituzionale richiederà ancora almeno un anno, nell’ipotesi dell’ iter più rapido). Infine, perché Napolitano ha reso chiaro che non intende sciogliere le Camere: ci penserà, se mai, il suo successore.

    Si ha quindi l’impressione che dietro questo braccio di ferro tra i contraenti del patto del Nazareno ci sia qualcosa d’altro: più ancora del nome, la caratteristica del nuovo Presidente, se cioè un uomo (o una donna) vicino a Renzi, e quindi disponibile ad assecondarlo, compreso il voto anticipato, oppure una persona che garantisca a Berlusconi la “agibilità politica”.

    Si rischia però di andare così a una decisione molto importante nel peggiore dei modi. La vera questione è la scelta della persona più idonea a svolgere la funzione che la Costituzione assegna al Presidente della Repubblica, non certo i vantaggi che ne potrà trarre nel breve periodo questo o quel leader di partito.

    È bene ricordare che chi sarà eletto l’anno prossimo resterà in carica fino al 2022. Il mandato settennale previsto dalla Costituzione, così come il quorum elevato per l’elezione (pensato del resto con un sistema elettorale proporzionale), servono appunto per indicare che la persona eletta deve essere fuori non certo dalla politica, ma dai giochi politici a breve termine. Il compito principale del Presidente è assicurare la fedeltà alla lettera e allo spirito della Costituzione. E deve essere persona di esperienza (per questo è richiesto che abbia almeno 50 anni).

    Vi sono persone con queste caratteristiche in Italia? Certamente. Ma c’è una maggioranza per eleggerla? Ricordo che PD, 5 stelle e Sel avranno circa 640 “grandi elettori”, e che il quorum (la maggioranza assoluta) del quarto scrutinio è di 505 voti. È davvero cosi difficile sciogliere definitivamente il “patto del Nazareno”, e aprire per l’Italia una nuova stagione di speranza democratica?

 

Destra e sinistra unite nell’affare?

Da Avanti! online

www.avantionline.it/

 

 È evidente che anche all'interno dei corpi dello Stato esisteva un'area di complicità.

 

di Mauro Del Bue

 

Desta sconcerto questa indagine della procura di Roma che ha già portato a ventinove arresti, tra i quali emerge quello dell'ex Nar ed ex banda della Magliana Massimo Carminati, a otto indagati ai domiciliari e numerosi inquisiti, tra i quali l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno. Si tratta di un'indagine che il ministro degli Interni Alfano ha valutato con il massimo del rispetto perché guidata da un procuratore come Giuseppe Pignatone, del quale il ministro ha voluto esaltare l'esperienza, la competenza e anche l'equilibrio. La tesi di fondo dell'indagine è l'esistenza, a prescindere dalle giunte comunali romane, di destra o di sinistra, di una cupola mafiosa e affaristica, che aveva sicuri appoggi nei gangli dell'amministrazione e che operava con alte protezioni politiche. I reati di associazione di stampo mafioso, estorsione, usura, corruzione, turbativa d'asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, sono di una gravità sconvolgente.

    Non è un caso che agli arresti figurino personaggi importanti del tessuto burocratico e amministrativo romano, quali l'ex vice capo di gabinetto di Veltroni Luca Odevaine e l'ex capo della segreteria di Alemanno Antonio Lucarelli. Destra e sinistra unite nell'affare? Sembra di si, anche se la matrice della cupola è nera, nerissima, sconfinante addirittura nel vecchio terrorismo. Oltre agli amministratori pubblici dell'Eur e dell'Ama Mancini e Panzironi, che sono stati arrestati, risultano coinvolti nelle indagini anche un assessore della giunta Marino e il presidente dell'Assemblea, che si sono subito dimessi e dichiarati estranei, nonché un consigliere regionale del Pdl. Le intercettazioni dimostrerebbero che Carminati e il suo degno compare Buzzi si configuravano come il mondo di mezzo tra il potere pubblico e la criminalità. Quest'ultimo ha anche confidato che la gestione degli extracomunitari sarebbe stata più remunerativa addirittura della droga.

    Vorrei che i nostri, che naturalmente nulla c'entrano con questa pagina di malaffare, pur rispettando sempre i diritti di tutti gli indagati, e la loro presunzione di innocenza fino all'ultimo grado di processo, chiedessero alle autorità competenti come mai questo personaggio sempre collegato con la malavita e addirittura il terrorismo, parlo del Carminati, era a piede libero e poteva tranquillamente trattare con i pubblici poteri. È evidente che anche all'interno dei corpi dello Stato esisteva un'area di complicità. Vorrei che pretendessero da Alemanno, che è stato sindaco di Roma e ministro della Repubblica, un chiarimento sul suo collegamento coi settori della destra nera, estrema, e anche criminale, a prescindere dalle accuse che gli vengono rivolte. Vorrei che chiedessero al Pd il motivo di un così stretto collegamento coi vertici del partito, era tra i relatori alla Leopolda, di questo Di Stefano, parlamentare del Pd ed ex assessore regionale, a cui sono stati rintracciati ben due milioni di euro, si ritiene frutto di una tangente, e la natura dei suoi rapporti con i colleghi dell'altra parte politica, nonché i collegamenti di diversi suoi esponenti con questa organizzazione malavitosa, di estrema destra e con così proficui rapporti a sinistra.

    Quello che emerge è infatti una melma affaristica trasversale. Un mondo non solo di mezzo, ma anche di traverso. Che ha coinvolto settori di ogni polo. Non Marino che da un certo punto di vista può perfino uscire rafforzato da questa indagine, visto che pare inserito in una galassia di un altro firmamento, ma il Pd romano, lo stesso Pdl, una destra aggressiva e votata al crimine, fino al commercio degli extracomunitari. Lo vada a dire a quelli di Tor Sapienza, dove l'estremismo fanatico di Casa Pound e dintorni puntava a sollevazioni popolari soffiando sul fuoco della protesta. Avanti dunque con le indagini per scoperchiare questa mefitica storia romana, di veleni e tangenti. Una storia criminale senza barriere e confini. La Tangentopoli di Roma 2014 può essere rovinosa per molti. Noi attendiamo, con animo garantista, senza macchia, con curiosità e interesse, che la pentola che bolle venga definitivamente scoperchiata.

 

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Da MondOperaio

http://www.mondoperaio.net/

 

Montanari e contadini

 

di Luigi Covatta

 

Sulla "Repubblica" di lunedì 17 novembre Tommaso Montanari, dopo avere deplorato da par suo la cementificazione del territorio verificatasi nell'ultimo mezzo secolo, conclude con un'invettiva contro il decreto "Sblocca Italia": una legge, a suo dire, fatta apposta per portare a compimento lo scempio.

    E' un curioso modo di ragionare. E' difficile, infatti, imputare ad una legge che è appena entrata in vigore la colpa di misfatti che si sono consumati in passato, quando pure era in vigore una legislazione ricca di vincoli di ogni genere e specie

    In realtà, come è noto, dove tutto è proibito tutto è lecito. Senza dire che si può dubitare che sia stato davvero un danno avere "mangiato 5 milioni di ettari di suolo agricolo" fra il 1950 e il 2000, come denuncia Montanari. Lui forse amerebbe vivere ancora nella società rurale in cui la legislazione vincolistica venne concepita. Chi invece ha vissuto bene nella società industriale (e cerca di sopravvivere in quella postindustriale) pensa che non manchino i saperi e le tecniche per conciliare sviluppo e tutela dell'ambiente: a condizione, però, che la selva dei vincoli e delle autorità preposte non impedisca di operare; ed a condizione, anche, che non prevalga la cultura reazionaria che diffida di ogni innovazione, come è quella che anima le agitazioni contro le opere pubbliche, "grandi" o piccole che siano.

    Vent'anni fa, per esempio, quella cultura si scatenò contro lo scolmatore del Bisagno, opera che avrebbe evitato le alluvioni che si sono abbattute e si abbattono sulla città di Genova. Ne parliamo nel dossier che pubblichiamo nel numero di novembre della rivista. Allora, per la verità, ci fu un assessore che seppe resistere alle polemiche ed appaltò i lavori. Ma era socialista, e finì nella mattanza di Mani pulite. Dieci anni dopo è stato assolto con tutti gli onori. Ma il cantiere venne sequestrato subito, ed i lavori, da allora, non sono mai stati ripresi.

       

 

Corruzione: Ripartire dalla legalità per costruire futuro

LAVORO E DIRITTI

a cura di www.rassegna.it

 

 

"Siamo di fronte all'ennesima conferma di quanto illegalità e criminalità economica siano pervasive nel nostro Paese, dimostrazione plastica del fatto che sono questi i veri ostacoli alla crescita e allo sviluppo, ostacoli che fino ad ora non sono stati abbattuti: è urgente un intervento che vada oltre gli slogan". Così Gianna Fracassi, segretario confederale della Cgil, commenta i dati del Barometro Globale della Corruzione 2013, diffusi oggi da Transparency International Italia. Secondo l'organizzazione la corruzione affligge in maniera endemica il nostro sistema economico, sottrae risorse allo Stato contribuendo ad aumentare la povertà e peggiorando la qualità dei servizi.

"Come emerge dal rapporto di Transparency e come la Cgil denuncia da sempre, sono i cittadini, i lavoratori, gli anelli deboli su cui si scaricano conseguenze di malcostume e illegalità. Quegli stessi cittadini - evidenzia Fracassi - sfiduciati, rassegnati e reticenti a denunciare episodi di corruzione: solo il 56 per cento  degli italiani è disposto a segnalarli, contro una media globale del 69". Il segretario di corso d'Italia commenta anche l'Indice di Percezione della Corruzione (CPI) 2014, che come lo scorso anno vede l'Italia al 69.mo posto nel mondo, insieme a Romania, Grecia e Bulgaria: "siamo fermi, bloccati in fondo alla classifica europea, altro dato che dimostra come non siano stati messi in campo provvedimenti adeguati per risalire la china e invertire la rotta".

    "Solo partendo dalla legalità economica e dal lavoro il Paese può riprendere la strada dello sviluppo. Per questo la Cgil - ricorda la dirigente sindacale - è impegnata nella campagna nazionale 'Legalità, una svolta per tutte', che sta attraversando la penisola per chiedere alle istituzioni, governo in primis, atti concreti. Sono necessari strumenti adeguati e risorse certe, non annunci ad effetto".

    "E' tempo di mettere da parte spot e tentennamenti" dichiara Fracassi, che conclude rinnovando le richieste della confederazione all'esecutivo: "introdurre il reato di autoriciclaggio, ripenalizzare il falso in bilancio, modificare la legge sugli appalti e i termini di prescrizione nel processo penale".