giovedì 26 marzo 2009

AIDS: CONOSCERE E PREVENIRE

Riceviamo e volentieri segnaliamo

Prossimo appuntamento all'Università Roma III - Lunedì 23 marzo, ore 12 - Auola 1 della Facoltà di Giurisprudenza - via Ostiense 161

L’Università Roma Tre e la ASL RM/C, fin dal 1995, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa, riconfermato nel 1998, concordando sul comune impegno di organizzare e realizzare campagne annuali di prevenzione dell’infezione da HIV e dell’AIDS a favore degli studenti.

    L’Ateneo e l’Unità Operativa di secondo livello AIDS Distretto 11 hanno organizzato annualmente: check-point preventivi nelle diverse sedi universitarie; conferenze con la presenza del docente, quale indispensabile rinforzo alla partecipazione e alla riflessione; depliant informativi sull’infezione da HIV e sulla modalità di accesso alla struttura sanitaria specialistica della ASL RM/C; convegni, dibattiti, articoli e pubblicazioni.

    Le campagne di prevenzione, attraverso il supporto della Divisione Politiche per gli Studenti, vogliono coinvolgere tutti gli studenti in un percorso formativo in cui la prevenzione sia coinugata con la conoscenza, la consapevolezza e la tutela della salute propria e degli altri.

    E’ fondamentale suscitare bisogno di conoscenza rispetto a questa infezione, purtroppo scemato negli anni a causa della carenza di campagne di informazione collettive e dell’illusoria interpretazione dell’efficacia dei farmaci. In tema di AIDS sono molto forti alcuni stereotipi culturali: l’infezione si cura e, quindi, si guarisce, perché l’Italia è un paese ricco e può comprare farmaci; l’infezione riguarda prevalentemente stranieri, emarginati, persone moralmente discutibili. Affermazioni assolutamente non vere.

Per informazioni:
Ufficio Studenti, tel. 06 5733.2657/2129
studenti@uniroma3.it

Concorso Internazionale Giornalista del Mediterraneo

Riceviamo e volentieri segnaliamo

BARI - Scade il 30 marzo 2009 il termine utile per partecipate al 1° Concorso Internazionale "Giornalista del Mediterraneo". Evento patrocinato dalla Presidenza del Parlamento Europeo, dall’ Assemblea Parlamentare del Mediterraneo, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministero delle Politiche Europee, dal Ministero dell’Università e dalle Ambasciate di Turchia, Grecia, Svezia.

    L’obiettivo del concorso è quello di coinvolgere i giornalisti della carta stampata e della televisione, oltre che gli allievi delle scuole di giornalismo e delle facoltà universitarie che si occupano di Comunicazione in tutta Europa, con particolare interesse per quei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Il bando è possibile scaricarlo sul sito www.terradelmediterraneo.it.      

Musica e letteratura al Canvetto di Lugano 


Dalla Fondazione Diamante di Lugano riceviamo e volentieri segnaliamo

Lugano, Via R.Simen 14 b, Molino Nuovo
Giovedì 26 marzo 2009 – ore 18.30
Via Beltramina 20

libro di Giorgio Passera
Presenterà: Antonio Bolzani
Interverrà l'Autore Il musicista Marco Zappa e la moglie Renata eseguiranno alcune canzoni in sinergia con la serata. Duo di chitarra, bouzouki, flauto, due voci e un pizzico di percussioni. Via Beltramina 20 - Possiamo leggere questo nuovo volumetto di Giorgio Passera (Lugano, 1952) secondo due differenti ma complementari prospettive. Da un lato l’autore si chiede che cosa siano, come funzionino, in base a quali logiche si organizzino i ricordi. Perché ci rimangono in mente particolari (apparentemente) insignificanti della nostra vita, magari a scapito di eventi importanti e decisivi? Altra chiave di lettura: Storia e storie del quartiere luganese di Molino Nuovo tra la fine degli anni ’50 e la prima parte degli anni ’60 dello scorso secolo. Un periodo di grandi cambiamenti, non solo per questa piccola parte di mondo. La campagna cede il passo piano piano alla città che ha bisogno di nuovi spazi, il verde viene confinato sempre di più entro zone limitate, controllate e circoscritte. Come vivevano i ragazzini che frequentavano le elementari in quegli anni? Come era organizzata la scuola, che ruolo aveva la chiesa nella loro esistenza, come giocavano, che cosa leggevano, come parlavano? L’autore ci dà una serie di risposte molto personali, riportando a galla personaggi, luoghi e situazioni che probabilmente non hanno valore oggettivo, storico nel senso tradizionale del termine. Sono memorie magari falsate, ingigantite, delle quali si colorano alcuni particolari e se ne dimenticano altri. Una visione personale, a volte faziosa, avvenimenti filtrati dalla memoria che ha spesso come unico supporto alcuni temi che l’autore ha scritto negli anni delle elementari (1957-1962) e che danno ai vari capitoli una patina di (finta) obiettività.Da queste 100 pagine esce il ritratto di un quartiere in profonda crisi: i mutamenti che cominciavano a farsi invadenti, sono ora (purtroppo) ben visibili in un territorio ormai snaturato e privo di quell’anima che un tempo possedeva. Nostalgia ma anche umorismo, rassegnazione, ma anche gratitudine per aver vissuto un periodo ancora felice e fortunato. Ecco alcune delle caratteristiche delle pagine di questo libretto, un’opera indirizzata a chi ha vissuto quegli anni, a chi li ricorda, ma anche a chi è nato più tardi ed è curioso di sapere e di capire qualche cosa di un quartiere di Lugano che, a ben vedere, potrebbe essere un quartiere di una qualsiasi altra città che ha vissuto gli stessi cambiamenti nel medesimo periodo. (Mario Ferrari)  

Gianni Celati

Lettura al Literaturhaus (Limmatquai 62, 8022 Zürich)
Giovedì 2 aprile 2009, dalle ore 20:00 alle ore 21:15 ca

Tatiana Crivelli modererà l’incontro con l’autore in italiano.
Lettura in italiano e in tedesco dal libro "Costumi degli italiani" (trad tedesca di Marianne Schneider, Was für ein Leben!, Berlin, Wagenbach, 2008).

Organizzano: Literaturhaus Zürich, Cattedra De Sanctis del Politecnico di Zurigo, Cattedra di Letteratura Italiana UZH Prof. Dr. T. Crivelli, Società Dante Alighieri Zurigo, Istituto italiano di cultura.

Leggono
Gianni Celati (in italiano) e
Graziella Rossi (in tedesco).
Gianni Celati ha passato l'infanzia e l'adolescenza in provincia di Ferrara. Laureatosi in letteratura inglese presso l'Università di Bologna con una tesi su James Joyce, nel 1971 pubblicò il suo primo romanzo, Comiche, per Einaudi (nella collana La ricerca letteraria). Sempre da Einaudi sono editi i successivi Le avventure del Guizzardi (1972), La banda dei Sospiri (1974) e Lunario del paradiso (1978), tutti contraddistinti da uno stile di insistita devianza dalla norma scolastica e dallo sforzo della lingua di rappresentare una realtà più autentica, al di fuori del canone borghese. Sono questi peraltro gli anni in cui si dedica alla traduzione di classici inglesi quali La favola della botte di Jonathan Swift o Bartebly lo scrivano di Herman Melville.

I successivi anni di silenzio sul fronte della narrativa corrispondono sia a un periodo di insegnamento alla Cornell University di Ithaca (Stato di New York, USA) sia alla stesura di una serie di saggi sulla narrativa europea poi raccolti in Finzioni occidentali (Einaudi, 1984).

Ritrasferitosi in Italia alla cattedra di letteratura inglese del DAMS di Bologna (suoi allievi sono stati Pier Vittorio Tondelli, Enrico Palandri, Giacomo Campiotti, Gian Ruggero Manzoni, Andrea Pazienza, Freak Antoni), Gianni Celati ritorna alla narrativa nel 1985 coi racconti Narratori delle pianure (Feltrinelli), opera che sancisce un forte cambiamento di stile: i picchi d'intemperanza degli anni Settanta si volgono in una lingua volutamente ed arrendevolmente semplice, che riesce a delineare nettamente le cose col minor numero di parole e in maniera più chiara. 

    In seguito vengono Quattro novelle sulle apparenze (1986), dove alla precisione stilistica si accompagna una tematica della fiducia e del disincanto della società contemporanea, e Verso la foce (1988), un itinerario verso le foci del Po (il territorio dell'infanzia e dell'adolescenza dello scrittore). Fra le ultime opere si possono citare la trasfigurazione autobiografica Recita dell'attore Attilio Vecchiatto al teatro di Rio Saliceto (1996) e Cinema naturale (2003), in cui alle meditazioni sul presente si alternano i ricordi. Con Vite di pascolanti ha vinto il Premio Viareggio nel 2006. I racconti di questo volume sono stati successivamente inseriti nelle più ampie raccolte di Costumi degli italiani Vol.1 e Costumi degli italiani Vol.2, entrambi pubblicati nel 2008.

Gianni Celati è ancora un attivo traduttore dall'inglese e dal francese di autori come Louis-Ferdinand Céline e Henri Michaux. (http://it.wikipedia.org/wiki/Gianni_Celati)

Per informazioni: fbroggiw@gess.ethz.ch
Link: http://www.literaturhaus.ch

giovedì 19 marzo 2009

Cultura contro la violenza

Visti dagli altri
A cura di Internazionale - Prima Pagina

La petizione degli archeologi
Gli archeologi italiani si oppongono alla decisione del
governo di affidare la tutela di alcuni siti archeologici
di Roma e Ostia a un commissario scelto dal governo: il
capo della protezione civile Guido Bertolaso. Quasi 4.700
persone hanno firmato una petizione online per protestare
contro un'iniziativa che "mortifica la  professionalità"
degli archeologi.

The New York Times, Stati Uniti
http://www.nytimes.com/2009/03/12/arts/design/12foru.html      
       

Cultura contro la violenza

Otto Marzo a Padova all'insegna della cultura

La giornata della donna e il buon senso degli operatori culturali a Padova hanno prodotto una serie di iniziative volte a contrastare sul piano delle idee l'incultura alla base di azioni d'ignobile violenza verso le donne.

di Giuseppe Muscardini *)

Due significativi omaggi della città di Padova alla donna, hanno contrassegnato la giornata dell’otto marzo. Palazzo Zuckermann ha aperto i battenti per una mostra intitolata Canova e la bellezza femminile nell’ideale neoclassico, con esposizione di gessi, vasi di fattura neoclassica, stampe, placchette, gemme e cammei con soggetti rigorosamente ispirati alla figura femminile. Fra i gessi campeggia il bozzetto della Maddalena penitente realizzato da Canova nel 1795 (uno dei due bozzetti esistenti al mondo) proveniente dalle collezioni dei Civici Musei di Padova e recentemente restaurato grazie ad un intervento rispettoso della materia friabile di cui è costituito. Ne è risultato un risarcimento eccellente che conferisce maggior preziosità agli oggetti collocati nelle teche o nei supporti espositivi, quasi a dare maggiore forza simbolica ai metalli cesellati, alle ceramiche e alle corniole su cui "leggiamo" intriganti profili, rotondità e fattezze femminili.

    Ma sono fattezze celebrative, che al di à del comprensibile apprezzamento per le "grazie" muliebri, evocano il valore sociale detenuto dalla donna nei secoli. Collocarne il viso finemente cesellato entro un ovale, o inciderne il profilo in un cammeo, vale a riconoscerle compiutamente alla donna la dignità morale acquisita non solo all’interno del rassicurante alveo famigliare, ma spesso nel mondo dei potenti e dell’arte. Una palese testimonianza ci viene da tre grandi protagoniste della storia della musica, dalle veneziane Maddalena Lombardini e Regina Strinasacchi, e da Clara Wick, precoce talento pianistico e in seguito moglie di Robert Schumann. Le composizioni musicali scritte dalle tre donne erano in programma all’Auditorium del Teatro Pollini nell’ambito di un concerto tenuto dei celebri Solisti Veneti diretti dal Maestro Claudio Scimone. Maddalena Lombardini e Regina Strinasacchi godettero entrambe della piena ammirazione di Wolfgang Amadeus Mozart; mentre Clara Wick, nata in epoca più recente rispetto a quella del grande Salisburghese, compose all’età di quattordici anni un melodioso Concerto op. 7 in la minore per pianoforte e orchestra, manifestando, pur giovanissima, grande maturità musicale. La stessa maturità riscontrata nella pianista sedicenne Leonora Armellini, nostra apprezzata contemporanea, che ha eseguito come solista il Concerto di Clara Wick con rara maestria. 

    Un unico rammarico. Mentre è possibile visitare fino al 26 aprile la bella mostra di Palazzo Zuckermann sull’ideale neoclassico della bellezza femminile, dovremo di certo attendere a lungo prima di vedere riuniti in un concerto abilmente eseguito e diretto come quello di domenica scorsa, tante eccellenze musicali femminile del passato e del presente. Almeno fino al prossimo otto marzo. Nell’attesa è doveroso prendere atto della meritoria attenzione del Comune di Padova espressa nei confronti di tutte le donne, nel giorno dell’annuale festa dell’8 marzo. Molte mimose passavano di mano in mano sia a Palazzo Zuckermann che nell’androne di accesso all’Auditorium del Teatro Pollini, prima e dopo il concerto.

    Un’inondazione di rametti gialli che nei contenuti era lo sfondo ideale per celebrare con partecipata sensibilità una data, un ruolo sociale ed affettivo ben evidenziato per l’occasione con il ricorso all’arte e alla musica. Se certi uomini brutali facessero tesoro di queste esperienze, se nella vita di tutti i giorni ignorassero le latenti competizioni dei ruoli tra uomo e donna, autoeducandosi alla sensibilità che può venire dall’ascolto della buona musica e dalle fascinazioni dell’estetica, avrebbero meno tempo per far germinare nella loro mente malata le violenze e gli stupri di cui spesso si macchiano, quasi sempre in branco, vigliaccamente.

*) Giuseppe Muscardini vive a Ferrara dove lavora presso la Biblioteca dei Musei Civici d'Arte Antica. Narratore e saggista, collabora con "Nuova Antologia", "Belfagor" e molte altre testate italiane e internazionali.

È membro attivo della "Associazione Svizzera dei giornalisti specializzati" (Verband Schweizer Fachjournalisten - SFJ). Per le Edizioni dell'ADL ha pubblicato L'Empietà di Marte - Elogio dei giovani che ripudiano la guerra (Zurigo, 2007). 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Non avere paura
Apriti agli altri
Apriti ai diritti

MANIFESTO PER UNA CAMPAGNA NAZIONALE CONTRO IL RAZZISMO, L’INDIFFERENZA E LA PAURA DELL’ALTRO

Più di quattro milioni di persone di origine straniera vivono oggi in Italia. Si tratta in gran parte di lavoratrici e lavoratori che contribuiscono al benessere di questo Paese e che lentamente e faticosamente, sono entrati a far parte della nostra comunità.

    Persone spesso vittime di pregiudizi e usate come capri espiatori specialmente quando aumentano l’insicurezza economica e il disagio sociale.

    Chi alimenta il razzismo e la xenofobia attraverso la diffusione di informazioni fuorvianti e campagne di criminalizzazione fa prima di tutto un danno al Paese. L’aumento degli episodi di intolleranza e violenza razzista a cui assistiamo sono sintomi preoccupanti di un corto circuito che rischia di degenerare e che ci allontana dai riferimenti cardine della nostra civiltà.

    Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella Costituzione italiana e nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, senza distinzione alcuna di nazionalità, colore della pelle, sesso, lingua, religione, opinione politica, origine, condizioni economiche e sociali, nascita o altro.

    Sono questi i principi fondamentali che accomunano ogni essere umano e costituiscono la base di ogni moderna democrazia.

    Una società che si chiude sempre di più in se stessa, che cede alla paura degli stranieri e delle differenze, è una società meno libera, meno democratica e senza futuro.

    Non si possono difendere i nostri diritti senza affermare i diritti di ogni individuo, a cominciare da chi è debole e spesso straniero. Il benessere e la dignità di ognuno di noi sono strettamente legati a quelli di chi ci vive accanto, chiunque esso sia.

Acli,  Alto Commissariato ONU per i Rifugiati,  Amnesty International,  Antigone,  Arci,  Asgi,  Cantieri Sociali,  Caritas Italiana,  Centro Astalli,  Cgil,  Cnca,  Comunità di Sant'Egidio,  Csvnet,  Emmaus Italia,  Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Federazione Rom e Sinti,  FioPsd,  Gruppo Abele,  Libera, Rete G2 Seconde Generazioni,  Save the Children,  Sei-Ugl,  Terra del  Fuoco, Uil

Contatti - Tel: +39 06 41609503, +39 06 97840086, +39 338 3376715, Fax: +39 06 41609234, E-mail: segreteria@nonaverpaura.org, Sito internet_ www.nonaverpaura.org

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Appuntamento
Teatro Ambra Iovinelli / Roma
Mercoledì 18.3.09 ore 10,00    

Riceviamo e volentieri segnaliamo

Viaggio nel mondo alla ricerca di lavoro dignitoso
 
Presentazione del libro
Glokers Viaggio nel mondo alla ricerca di lavoro dignitoso
 
di Silvana Cappuccio
Prefazione di Guglielmo Epifani
Postfazione di Patrizia Sentinelli

Edizioni EDIESSE / I libri del lavoro Bruxelles, venerdi 27 marzo 2009, ore 19.00
Bar Ristorante Le Bateau Lavoir
Atelier de La dolce vita
1210 Rue de la Charité, 37
(Metro Arts-Loi o Madou)

"Uno dei paradossi dei nostri tempi è che, mentre la globalizzazione ha facilitato e dato ampia eco alla comunicazione in tempo reale, chi avrebbe più bisogno di far conoscere le ingiustizie che subisce rimane invece senza voce... Ho visitato più di 60 Paesi in via di sviluppo, molti dei quali più volte. Sono stati anni densi di incontri, fatti, immagini, parole, emozioni, delusioni, aspettative, scoperte ed altro ancora... Il libro parte dalle storie delle donne e degli uomini che in tutti questi paesi si battono per la difesa dei loro diritti di lavoratrici e lavoratori, molto spesso repressi violati, negati".

Informazioni e contatti:
casadelpopolo@europe.com
Angela: 0478 303505
Carlo: 0477 618322     

Riceviamo e volentieri segnaliamo
::: FAHRENHEIT ::: 9 - 13 marzo2009

Lunedi` sara` con noi Riccardo Iacona, per parlare del successo del giornalismo d' inchiesta, di come cambiano il linguaggio e i contenuti dalla notizia al reportage, mentre mercoledi`, un'altra voce giornalistica, quella di Antonella Mascali, sara` con noi per anticipare la Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie di sabato 21 e per presentare il suo libro Lotta civile

    Lunedi` parleremo anche di una riscoperta: La solitudine del maratoneta di Alan Sillitoe, ripubblicato da Minimum fax nel 50esimo anniversario della pubblicazione, raccontata attraverso la "solitudine" di Paolo Giordano e la voce "a perdifiato" di Mauro Covacich.

    Lo spazio quotidiano delle 17.00, dedicato alla narrativa, vi offrira` l'occasione di ascoltare le interviste agli autori delle novita` in libreria: per il Libro del giorno, da lunedi` a venerdi`, sfileranno per voi Nico Orengo con Islabonita (Einaudi), un romanzo a meta` tra il noir e la favola, ambientato nella Riviera degli anni '20; Emidio Clementi racconta in Matilde e i suoi tre padri (Rizzoli) una storia che inizia negli anni '70 del movimento bolognese e scivola verso l'oggi delle famiglie allargate; Simonetta Agnello Hornby in un romanzo giudiziario e sociale ambientato tra l'alta borghesia londinese dove un sospetto atroce si insinua in una famiglia tranquilla: Vento scomposto (Feltrinelli); Come ho perso la guerra (Fandango): il felice esordio di Filippo Bologna, un romanzo ambientato in Toscana, la storia di due gemelli e di una personale Resistenza; Andrea Vitali torna a raccontare la piccola provincia e la avventura del Corpo Musicale Bellanese in Almeno il cappello (Garzanti).

    Il vocabolario della prossima settimana sara` curato dal giornalista Roberto Morrione
    Vi ricordiamo che potete partecipare a Fahrenheit scrivendoci mail per commentare con noi i temi e i libri, e per suggerirci nuovi spunti di riflessione. I nostri Forum, cosi` come il profilo su Facebook, sono a vostra disposizione.

    Scriveteci tutte le mail che volete per commentare con noi i temi e gli ospiti delle nostre puntate e per partecipare alla Caccia al Libro

    Vi invitiamo, cliccando qui sotto, a riascoltare la puntata che nel 2005 dedicammo alla Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie per capire se qualcosa, da allora, e` cambiato:

 
http://www.radio.rai.it:80/radio3/fahrenheit/mostra_evento.cfm?Q_EV_ID=126417
Buon ascolto su Radio3.
La redazione di Fahrenheit
www.fahre.rai.it ::: fahre@rai.it      

Riceviamo e volentieri segnaliamo
Ricordando Sacco e Vanzetti
Il 27 marzo 2009 la Libreria Claudiana e la Chiesa Valdese di Milano organizzano una serata su  Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti.

Si comincia alle ore 18,00 con la presentazione del libro di Lorenzo Tibaldo. Segue alle 20,45 lo spettacolo teatrale del Gruppo Teatro Angrogna.      

lunedì 16 marzo 2009

PIAZZA CELLA

Toponomastica socialista italiana

PIAZZA CELLA

La municipale zurighese Esther Maurer inaugura lunedì prossimo alle ore 11.00 la "Piazza Cella", primo toponimo in lingua italiana in una città elvetica d'idioma tedesco. Lo spazio urbano, arredato da una fontana, è stato dedicato a due esponenti storici della Società Cooperativa: Erminia Cella e suo figlio Ettore Cella-Dezza. Erminia fu per lunghi anni  co-gerente del ristorante Cooperativo insieme al consorte Enrico Dezza. Loro figlio, Ettore Cella-Dezza, è stato uno dei maggiori attori e registi svizzeri del Novecento, ma anche redattore dell'ADL fin dai tempi di Silone e socio d'onore del Coopi di Zurigo.

di Sandro Pedroli *)

Erminia Cella ed Enrico Dezza furono per molti anni gerenti del vecchio Cooperativo alla Militärstrasse. Da lì passarono buona parte degli antifascisti italiani, da Turati a Matteotti, a Silone. Senza dimenticare, in anni antecedenti, Mussolini e Lenin.

 
Nella storia del socialismo italiano il Cooperativo e L'Avvenire dei Lavoratori rappresentarono un punto di riferimento centrale.

In questo ambiente in cui anche le mura trasudavano politica ed antifascismo crebbe Ettore Cella, sempre conseguentemente fedele agli ideali in cui era cresciuto.

Ben presto la sua intelligenza uniti al suo "charme" e alla sua gentilezza lo segnalarono agli ambienti culturali, dapprima zurighesi e poi svizzeri. Perfettamente bilingue fu apprezzato attore in parecchi film, regista e scrittore. Non esitò ad impegnarsi politicamente.

Due edizioni dei suoi scritti, l'una in tedesco e l'altra in italiano, vennero pubblicate alcuni anni fa da L'Avvenire dei lavoratori ed ebbero notevole successo.

La città di Zurigo, a cinque anni dalla scoparsa del grande attore e regista, ha deciso di onorare madre e figlio dedicando a entrambi, nel centro del quartiere operaio di Zurigo, una piazza che recherà la denominazione (in lingua italiana) di "Piazza Cella".

L'inaugurazione di "PIAZZA CELLA"
(ANGOLO LANGSTRASSE / DIENERSTRASSE)
avrà luogo LUNEDI' 9 MARZO ALLE ORE 11.00
con scopertura della TARGA toponomastica
e lettura pubblica di stralci di "NONNA ADELE" 
romanzo di ETTORE CELLA-DEZZA.

*) Sandro Pedroli, ex staffetta partigiana in Piemonte e medico zurighese per quattro decenni, è presidente emerito del Comitato XXV Aprile di Zurigo e socio d'onore del Coopi.

Italiani e antifascisti in Tunisia negli anni Trenta

Italiani e antifascisti in Tunisia negli anni Trenta

Mercoledì 18 marzo a Napoli la presentazione di "Italiani e antifascisti in Tunisia negli anni Trenta. Percorsi di una difficile identità".

Il libro ricostruisce la vicenda poco conosciuta di protagonisti della storia del partito comunista italiano come Giorgio Amendola, Loris Gallico e Maurizio Valenzi.

    "Italiani e antifascisti in Tunisia negli anni Trenta. Percorsi di una difficile identità" questo il titolo dell'ultimo libro curato dalla storica Lucia Valenzi che sarà presentato mercoledì 18 marzo alle 17, presso l’Istituto Italiano di Scienze Umane, Palazzo Cavalcanti (via Toledo 348).

    Prenderanno parte alla presentazione gli storici Emilio Franzina, Luigi Mascilli Migliorini e Romain Rainero.
Il libro ricostruisce grazie ad una documentazione inedita (memorie private, relazioni delle spie fasciste) la vicenda poco conosciuta di alcuni protagonisti della storia del partito comunista italiano (come Giorgio Amendola, Loris Gallico e Maurizio Valenzi). Negli anni Trenta questo gruppo elaborò l’esperienza originale di un antifascismo aperto a larghe alleanze nel "laboratorio politico" di un paese africano, all'epoca multiculturale e vicino alla realtà europea, la Tunisia, dove a breve sarebbe scoppiata la rivolta anticoloniale.

    Il testo è composto da due saggi uno di Lucia Valenzi e l'altro di Teresa Tomaselli ed è arricchito da una nota sui luoghi citati di Sonia Gallico e da un corredo di fotografie.

Contatto:  robertorace@yahoo.it .

Il copricapo e il Maresciallo


Il copricapo e il Maresciallo

In questi tempi di persecuzione degli zingari è interessante ripubblicare uno scritto di Mircea Dinescu di dodici anni fa. L'Autore si firma "Mircea Dinescu, zingaro". Autodefinirsi "zingaro" è una provocazione perché Dinescu è considerato il massimo poeta nazionale romeno. Di conseguenza, tradurre questo in italiano può apparire una provocazione al quadrato, dato il clima di isteria antirumena e di aperto razzismo anti-zingaro...

di Mircea Dinescu, zingaro (1)

Innalzare la statua del maresciallo Antonescu (2) a Slobozia è come alzare una statua di Hitler a Tel Aviv. Perché, pur avendo tanti dei nostri re procreato a Sibiu, noialtri zingari repubblicani ancora riteniamo Slobozia come nostra capitale.

Anche se ci sono di quelli che per beffa ci chiamano "romani vecchi", sembra che noi non discendiamo dalla stessa scimmia che saltava da un abete all'altro attraverso i Carpazi, e dalla quale discesero, come si sa, esclusivamente Litovoi, Seneşlau, zio Funar(3) ed il compagno Vadim(4) .

Al contrario della "pezzata romena", che è piuttosto vacca ed ha ... macchie (sul manto), la scimmia rumena era bianchissima dalla testa ai piedi come il marmo col quale, speriamo, verrà scolpito il Maresciallo.

Comunque sia, almeno trecento anni dovrà avere anche la nostra scimmia bruna, perchè il nome Slobozia viene dalla liberazione ("slobozirea") degli zingari schiavi sulle tenute di un monastero fondato da Matei Basarab (5) .

Ed era quindi più che normale che, intorno al 1942, il simpatico Conducator, che non sopportava altro che formaggio pallido e rumeni biondi, rovesciasse su di noi la sua paterna tenerezza e ci invitasse tutti quanti a una gita nella regione del Bug(6) .

I pullman in quei tempi li chiamavano vagone bestiame e tanti villeggianturisti, guardando le bellezze della pianura, attraverso le sbarre, si sono asfissiati per il piacere.

E poi lì, nel Bug, trovammo sì la cuccagna: il fieno era abbondante e per farci ingrassare un pò, ci lasciarono pascolare a volontà. Il Maresciallo, sempre scherzoso, voleva costruire una fabbrica di crema per scarpe ed utilizzarci come materia prima. Il sapone "Auschwitz" frescamente lanciato sul mercato dallo zio Adolf, insieme alla crema per scarpe fatta da bambocci marroncini con l'iscrizione "made in Romania", sarebbe stato sì un bel regalo cristiano per il Natale. Se fosse riuscito, saremmo arrivati anche noi in Germania, senza visto d'ingresso e senza problemi, chiusi in scatolette di latta.

Guardando la statua del Maresciallo davanti la sede della milizia e che oggi si chiama polizia, ci passa per la felicità la fame, che oggi si chiama transizione.

Invece di tante statuette della pianura, arrostite, calde e sovversive, che si chiamano pani, meglio una sola statua grande, fredda e gratuita, che si chiama "Il Maresciallo".

P.S. Tradizionalmente i nostri criminali sono stati migliori dei criminali degli altri. Conosco la storia. E se il Maresciallo Antonescu vietò per decreto legge di portare il copricapo russo detto "ushanka" allo scopo di purificare il cervello nazionale, confondendo ciò che hai sulla testa con ciò che hai dentro la testa, ecco che la demolizione, a colpi di ascia, delle statue di Tolstoi e Maiakovski nel parco Herestrau, riportata con dolce serenità nella nostra stampa, dimostra che anche dopo 50 anni la confusione persiste.

    [1]Il maggior poeta romeno vivente. Fu Dinescu, liberato dagli arresti domiciliari, a dire in televisione: "Il Tiranno è fuggito: siamo liberi!"

    [2] Ion Victor Antonescu (Piteşti, 15 giugno 1882 – Jilava, 1 giugno 1946) è stato un politico e militare rumeno. Fu il primo ministro e conducǎtor (duce) della Romania durante la seconda guerra mondiale del 4 settembre 1940 al 23 agosto 1944 con poteri dittatoriali. Noto per le sue simpatie per il fascismo e antisemita. Alleato in un primo tempo con la formazione fascista paramilitare "Guardia di Ferro".

    [3] Si tratta di un sindaco nazionalista romeno di Cluj.
    [1] Vadim Tudor, già poeta di corte di Ceacescu e poi nazionalista di destra e antisemita, leader del partito "Romania Mare" (Grande Romania).

    [4] Voivoda riformatore valacco (1588-1654).
    [5]Fiume romeno.

Testo tratto da Pamplete vasele şi triste ("Pamphlets lieti e tristi"), Seara 1996.
Traduzione dal romeno di Valentin Lustig
in collaborazione  con Felice Besostri