giovedì 17 ottobre 2013

Hans Küng sul fine vita

DA ITALIALAICA

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Hans Küng, uno tra i più famosi teologi contemporanei – noto soprattutto per le idee progressiste e di rottura rispetto alla tradizione cattolica cui appartiene – si esprime a favore dell'autodeterminazione sul fine vita: "Nessuno dovrebbe essere obbligato a tollerare delle sofferenze insopportabili come se fossero inviate da Dio".



Lo studioso svizzero, nato nel 1928, è da tempo affetto dal morbo di Parkinson e nel suo ultimo libro Erlebte Menschlichkeit ("Umanità vissuta", volume di memorie pubblicato in lingua tedesca la scorsa settimana) esprime il proprio parere favorevole all'autodeterminazione sul fine vita.

"Nessuno dovrebbe essere obbligato a tollerare delle sofferenze insopportabili come se fossero inviate da Dio" scrive il professore di teologia a Tubinga. "Ognuno ha il diritto di decidere per se stesso e nessun prete, dottore o giudice può impedirlo".

Per Küng, dunque, l'eutanasia non sarebbe una forma di omicidio, quanto piuttosto una "restituzione della vita nelle mani del Creatore", una scelta compatibile con la fede in Dio e la vita eterna promessa da Gesù.

Una posizione che però si scontra con la netta contrarietà al suicidio assistito della dottrina vaticana. Küng ha sempre avuto posizione progressiste, nel 1979 dopo che mise in dubbio la dottrina dell'infallibilità papale il Vaticano gli revocò la licenza all'insegnamento. Ma lui, convinto delle sue tesi, ignorò ogni pressione a ritrattare.