Jorge Mario Bergoglio è il nuovo papa con il nome di Francesco
di Renzo Balmelli
Mai come questa volta è parso tanto attuale l'antico detto secondo il quale chi entra Papa in Conclave, ne esce cardinale. Erano parecchi i candidati alla successione di Ratzinger, ma certo non l'argentino di origini piemontesi Jorge Mario Bergoglio, gesuita, 76 anni, arcivescovo di Buenos Aires, che - tanto per dirne una - i bookmaker davano a 41 contro uno.
Non che l'eletto fosse uno sconosciuto. Otto anni fa era stato il cardinale più votato dopo colui che poi divenne Benedetto XVI. Parlare di una tardiva rivincita non sarebbe il termine più appropriato, ma i confronti con il predecessore inizieranno molto presto, tanto più che dal nuovo Pontefice si attendono quanto prima i segnali della svolta di cui la Chiesa ha urgente necessità.
Ciò detto, è fuor di metafora che la sorpresa è stata enorme. Erano da poco passate le otto della sera quando nella piazza San Pietro nereggiante di folla e di ombrelli si è levata la fumata bianca al termine di un Conclave relativamente breve. Se non il più rapido, di sicuro uno dei più celeri della storia.
Ma la vera cosa inaspettata, capace di far ammutolire la folla che era in attesa cantando sotto la pioggia, è stato appunto il nome del prescelto che non era ne quello di Scola, l'arcivescovo di Milano in testa ai sondaggi, o del brasiliano Scherer, indicato tra i più quotati.
Ancora una volta va riconosciuto che la Chiesa, sebbene ancorata nella sua secolare tradizione, ha dimostrato una straordinaria capacità di fare spettacolo e audience nel senso nobile del termine.
Bergoglio è primo sotto vari aspetti: primo latino-americano sul soglio di Pietro, primo non europeo a diventare Papa, primo del suo ordine alla guida di oltre un miliardo di cattolici e primo a scegliere un nome mai usato in precedenza. Si chiamerà Francesco con un chiaro riferimento al santo di Assisi, scelta inedita che contribuisce a mettere a fuoco la sua personalità, ancora tutta da scoprire, e sulla quale si addensano luci e ombre.
Nel suo paese era ammirato per la semplicità dei modi, tanto da essere considerato il "vescovo dei poveri". Ma in passato è stato anche criticato per l'atteggiamento passivo e il silenzio osservato nei confronti della dittatura militare argentina.
Oggi gli addetti ai lavori considerano Jorge Mario Bergoglio un "riformatore", più vicino alla linea di Martini che a quella di Ratzinger.
Le prime parole rivolte al fedeli appaiono comunque emblematiche: "Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli Cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo". Possono significare molte cose.
Dalle sue prime mosse si capirà se il suo sarà un pontificato di transizione oppure un deciso rilancio dello spirito conciliare.