mercoledì 17 giugno 2015

L’onda lunga della secolarizzazione

FONDAZIONE NENNI

http://fondazionenenni.wordpress.com/

 

 di Luciano Pellicani

 

"Credo che non si possa parlare solo di una sconfitta dei principi cristiani, ma di una sconfitta dell'umanità". Con queste allarmate e allarmanti parole il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha commentato l'esito del referendum indetto il 22 maggio in Irlanda per decidere sulle nozze fra omosessuali. Un esito clamoroso, poiché l'Irlanda era considerata una società "cattolica par exellence". Evidentemente, l'onda lunga della secolarizzazione ha acquistato una velocità e una potenza espansiva tali da corroborare ampiamente la tesi di coloro che ritengono che ormai l'Europa occidentale ha cessato di essere una civiltà cristiana. Fra i quali recentemente si è distinto Riccardo Campa con un libro dal significativo titolo "La rivincita del paganesimo" (Deleyva Editore).

    La sua tesi centrale è che la secolarizzazione è il problema fondamentale della sociologia e che, per decifrare correttamente il processo di modernizzazione – vale a dire la transizione dalla Città sacra alla Città secolare – è imperativo partire dalla constatazione che la civiltà europea si è retta per secoli e continua a reggersi su due potenti tradizioni: quella greco-romana e quella giudaico-cristiana; ossia "Atene e Gerusalemme, l'Accademia e la Chiesa". Una coesistenza che non è stata punto armoniosa, come in passato ha preteso Talcott Parsons e come oggi pretende Rodney Stark. Al contrario: è stata — e continua ad essere — assai conflittuale poiché i valori cardinali della "Cultura delle Ragione" sono antitetici ai valori cardinali della "Cultura della Fede", centrata sul principio secondo il quale "Atene è pestifera per la salute dell'anima", formulato da Gregorio Nazianzeno e ossessivamente ribadito nel corso dei secoli dominati dal Contemptus Mundi. Per questo, opportunamente, Campa sottolinea con particolare vigore che, oltre ad essere fedele alla Ragione, la tradizione greco-romana è fedele alla Terra, mentre la tradizione giudaico-cristiana è fedele al Cielo. Una tesi, la sua, già espressa dal grande George Orwell con queste parole: "L'ideale umanistico e quello trascendente sono incompatibili. Si deve scegliere fra Dio e l'uomo e tutti i radicali e i progressisti, dal più blando dei liberali al più estremista degli anarchici, hanno in realtà scelto l'uomo".

    Stando così le cose, il riconoscimento del diritto degli omosessuali di sposarsi — sancito dalla maggioranza degli Irlandesi — non è altro che ultimo capitolo del secolare conflitto fra Atene e Gerusalemme, non già – come ritiene il cardinale Parolin – un sconfitta dell'umanità. Semmai, una sconfitta dell'umanità era la sadica pratica di ardere sul rogo coloro che, per le loro tendenze sessuali, erano considerati, dall'etica cristiana, peccatori contro la Natura e contro Dio.