mercoledì 1 giugno 2016

Premiati al Senato Tamburrano, Angeli e Lucano

FONDAZIONE NENNI

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L’auspicio finale è stato bello e commovente. Il socialismo italiano ed europeo hanno una sola maniera per riuscire a ritrovare quella forza e quella identità che gli hanno consentito di essere protagonista negli anni migliori del dopoguerra, quelli non a caso chiamati i “trenta gloriosi”: inerpicarsi sulle spalle di “questo gigante”, cioè Pietro Nenni, e guardare verso l’orizzonte. A Giuseppe Tamburrano è stato consegnato ieri il Premio Nenni “per l’alto valore dell’impegno espresso nella cultura e nella politica italiana valorizzando con passione e rigore scientifico le ragioni e la storia del socialismo”. Così recita la parte iniziale della motivazione letta alla presenza della vice-presidente del Senato, Valeria Fedeli. L’artistica ceramica faentina lega il riconoscimento al lavoro storico, scientifico e politico compiuto da Tamburrano accanto a Nenni. Per tutto l’universo accademico, Tamburrano è il “biografo” del leader nato a Faenza (il rapporto con la città natale non è mai stato semplice, come ha sottolineato il senatore Stefano Collina, ma negli ultimi tempi l’amministrazione comunale ha intensamente lavorato proprio per riannodare i fili della memoria anche in collaborazione con la nostra Fondazione).

    Non a caso nella motivazione si legge ancora: “Con gratitudine profonda per aver mantenuta viva la memoria di un grande protagonista del socialismo e della libertà come Pietro Nenni attraverso la costituzione della Fondazione sostenuta da un’opera sapiente ed encomiabile di raccolta e conservazione di una documentazione preziosa accompagnata da importanti iniziative di spessore culturale e storico. Con un ringraziamento sincero per il suo amore in valori fondamentali per la convivenza civile e democratica testimoniata dal suo lavoro di politico e storico”.

    Al tavolo della presidenza, ascoltava la lettura della motivazione il nipote di Nenni, Pierpaolo. E’ stata una giornata di riflessione, di commozione e di celebrazione, quella di ieri nella sala Koch al Senato. Terza edizione del Premio Nenni organizzata attraverso lo sforzo congiunto delle Fondazioni Nenni e Buozzi, la Uil, il Comune di Faenza e i senatori del Pd, sotto il patrocinio di Palazzo Madama. Sotto la presidenza di Giorgio Benvenuto e la conduzione della giornalista televisiva Dania Mondini (che ha letto un messaggio dell’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano), al microfono si sono avvicendati politici e attori. Perché il Premio Nenni è stata anche l’occasione per presentare due grandi avvenimenti culturali. Il progetto teatrale “Vivà” che metterà in scena (basandosi sul libro scritto dal nostro Antonio Tedesco) la tragica vicenda di Vittoria Nenni, morta ad Auschwitz (un commovente brano è stato letto da Azzurra Martino: la lettera dell’amica che nelle ultime ore fu accanto a Vivà nell’inferno del lager); e il film “confinati a Ponza” che narra la paradossale vicenda di Pietro Nenni e Benito Mussolini che dopo la caduta del regime e la nomina di Badoglio si ritrovarono, tutti e due da prigionieri, sull’isola. In sala il regista e interprete (nel ruolo di Mussolini) del film, Francesco Maria Cordella, e l’interprete principale femminile (una donna misteriosa che si aggira sulla scena, un po’ spia e un po’ femme fatale) Debora Caprioglio. Ma ha fatto sentire la sua voce, attraverso un video, anche Peppino Mazzotta (il Fazio del “Commissario Montalbano”) che nelle vesti del leader socialista ha narrato il dramma personale legato alla perdita della figlia, al dubbio di non aver fatto tutto il possibile (la storiografia si è lungamente misurata sul rapporto tra Nenni e Mussolini, nato negli anni della comune militanza socialista) per salvarle la vita.

    La Fondazione ha voluto anche assegnare due premi speciali. E’ toccato a Pierpaolo Bombardieri, segretario organizzativo della Uil, consegnare a Mimmo Lucano, sindaco di Riace, un riconoscimento estremamente significativo. Proprio lo scorso anno i sindacati decisero di celebrare il 1° maggio a Pozzallo per esprimere solidarietà nei confronti degli immigrati, per chiedere nuove politiche per il lavoro, unico antidoto contro questi esodi biblici, per promuovere vere politiche di accoglienza. Bombardieri, peraltro, nel suo intervento, aveva sottolineato quanto il lavoro sia scomparso dalle agende della politica. Lucano, in un territorio non facile come la Calabria, tra minacce (ieri due bossoli sono stati recapitati al suo vice, Maurizio Cimino; lui stesso, peraltro è stato nel passato destinatario di espliciti messaggi minatori) e difficoltà strutturali, ha avviato una politica dell’accoglienza trasformando il paese, come dice la motivazione, in “uno splendido esempio di solidarietà e di integrazione con gli immigrati che sono stati inseriti nella comunità, vivendo e lavorando per realizzare insieme agli abitanti del luogo una convivenza che rende tutti migliori e da positive prospettive di vita”. Il sindaco ha lanciato un messaggio di fiducia sottolineando come la Calabria che è spesso ultima in tante classifiche nazionali, in questo caso, invece, occupi il primo posto.

    Una storia di coraggio, quella di Lucano; una storia di coraggio quella della giornalista de “la Repubblica”, Federica Angeli che ha denunciato con i suoi articoli l’inquinamento mafioso di Ostia. Nonostante le intimidazioni lei è rimasta a vivere nel quartiere del litorale perché, come ha sottolineato, come loro, i vari capibastone che dominano in quella zona, sono per lei un fastidio, allo stesso modo lei intende essere un fastidio per loro. Un riconoscimento, insomma, “per aver dimostrato con coraggio che la professione giornalistica può rappresentare anche una testimonianza di valori civili essenziali”.