lunedì 1 febbraio 2016

La Giornata della Memoria e i silenzi sul passato

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Ogni anno, in occasione della giornata della Memoria escono articoli sulla nobile figura di Pio XII. Questo scrissi alcuni anni fa su papa Pacelli e confermo.

 

di Tiziana Ficacci

dal blog liberelaiche

 

Il giudizio sulla figura di Pio XII dovrebbe tenere conto del suo silenzio su tutta la storia d’Europa fin dall’ascesa del fascismo in Italia e del nazismo in Germania.

    Pio XII diventa papa nel 1939, ma prima è stato Segretario di Stato e in questo ruolo ha attuato il concordato con il regime nazista nel 1933. Non risulta essersi mai speso in quegli anni a favore dei tedeschi che si opponevano a quel regime, cattolici e non. Anzi, l’allora cancelliere Bruening scrive nelle sue memorie che il Segretario di Stato Eugenio  Pacelli, futuro Pio XII, premette per un intervento di Hitler a fianco dei falangisti nella guerra civile spagnola.

    Tra i primi atti del suo pontificato è documentato l’avvicinamento a Charles Maurras (i cui scritti erano stati messi all’indice durante il pontificato di Achille Ratti-Pio XI) promotore del gruppo francese di estrema destra e antisemita Action Francaise. La Santa Sede si riserva di aprire gli archivi bloccando la ricerca storiografica, ma al momento risulta che nessuna parola sia stata scritta da papa Pacelli contro la creazione dei campi di concentramento e poi di sterminio, in cui dieci milioni di ebrei europei, zingari, omosessuali, cittadini russi trovarono la morte. Una precisazione doverosa perché la stampa vaticaliana tende ad accreditare che l’unico silenzio di Pio XII abbia riguardato il treno che trasportava più di 1000 ebrei romani rastrellati il 16 ottobre ’43 mentre contemporaneamente salvava qualche centinaio di ebrei facendoli ospitare, spesso dietro cospicui compensi, in chiese e conventi di Roma.

    È vero invece che il suo silenzio ha riguardato milioni di ebrei e non, vittime del nazismo.

    La beatificazione di Pio XII riguarda solo gli ebrei?  Sicuramente sul piano dei fatti storici sono i più coinvolti emotivamente, ma sul piano religioso la questione dovrebbe riguardare i cattolici ai quali viene indicato a modello una figura come minimo controversa.

    Le gerarchie cattoliche  insistono che il silenzio di Pio XII sarebbe stato motivato dal fatto che un intervento pubblico da parte del Vaticano,  anziché frenare, avrebbe ulteriormente intensificato lo sterminio in atto nel cuore dell’Europa. Ma questo argomento non spiega perché, neanche dopo la fine della guerra e nel lungo periodo del pontificato (il papa morì nell’ottobre del 1958), non sia mai arrivato alcun riferimento a quanto accaduto. E soprattutto non si comprende perché un analogo timore non frenò il papa, nel luglio del 1949, dallo scomunicare comunisti e socialisti nonostante l’enorme potere allora esercitato dall’Unione Sovietica. Sono domande che dovrebbero porsi tutti, e non solo gli ebrei come accade…

 

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