mercoledì 17 febbraio 2016

STORIA SUDATA DI UN SUCCESSO

Politiche d’integrazione e relazioni Italia-Germania

 

Conferenza di Laura Garavini al Goethe Institut di Roma: “La storia dei Gastarbeiter in Germania rimane di grande attualità anche per l’Europa di oggi”.

 

“Pericolosi, rumorosi, arroganti”: così venivano percepiti i Gastarbeiter nella Germania degli anni Cinquanta. Quattordici milioni in tutto, arrivati dal 1955 al 1974 nella Repubblica Federale Tedesca alla luce degli accordi bilaterali stilati con numerosi paesi di immigrazione. Tra questi c’era l’Italia, ma anche la Turchia, il Marocco, la Tunisia. Una massa enorme di giovani, spesso uomini, temuti e guardati con sospetto dalla cittadinanza.

    Settecentomila all’ anno, in media, provenienti da culture diverse, spesso da condizioni di estrema povertà e frequentemente anche di religione musulmana. Situazioni certamente diverse da quelle dei rifugiati attuali, ma con tante analogie”. Così Laura Garavini, deputata eletta in Europa, componente PD della Presidenza alla Camera, intervenuta oggi alla conferenza “Da Gastarbeiter a EU-Worker” organizzata dal Goethe Institut di Roma.

 

Insieme a lei, al dibattito ha preso parte il Professor Oliver Janz, ordinario di storia contemporanea alla Freie Universitaet di Berlino.

    “Eppure quella storia, quella dei "Gastarbeiter" è una storia di successo”, ha rimarcato Garavini. “Innanzitutto circa il 90% di loro sono rientrati e hanno contribuito con i loro guadagni ad arricchire le zone di origine. Quelli che sono rimasti, invece, in linea di massima si sono integrati bene in Germania, nonostante le difficoltà. La storia dei “Gastarbeiter” in Germania rimane di grande attualità anche per l’Europa di oggi”.

    “L’integrazione dei “lavoratori ospiti” in terra tedesca – ha ribadito la parlamentare Pd – si è rivelata nel tempo un percorso di successo, nonostante gli errori e i ritardi nel mettere in campo idonee politiche di integrazione. Conoscere questa storia significa avere gli strumenti per combattere una visione apocalittica del mondo, che vede nell’immigrazione solo un problema da eliminare. Non è così, per fortuna. L’emigrazione è una grande opportunità di arricchimento reciproco. A chi intende alimentare la paura dei cittadini europei dobbiamo rispondere che un grande “film”, quello di 14 milioni di migranti in Germania, dagli anni cinquanta agli anni settanta, è andato a finire bene. E non c’è motivo per cui anche i “film” di oggi, quelli in cui i rifugiati sono protagonisti da immigrati nei paesi membri dell’UE, non vadano a finire altrettanto bene”.

    “Quello che è importante – ha concluso – è imparare dagli errori del passato e prevedere, da subito, una serie di misure volte a promuovere una piena integrazione dei migranti, prevedendo anche risorse sufficienti a garantire questi processi, a partire dalla scuola”. (aise/ADL)