giovedì 2 ottobre 2014

Merito e valutazione

FONDAZIONE NENNI

http://fondazionenenni.wordpress.com/

 

Il leader socialista Colorni e la Resistenza a Roma

 

di Vittorio Emiliani

 

Lo scorso mercoledì 24 settembre, assistendo alla interessante, vivace presentazione del libro di un giovane ricercatore, Antonio Tedesco, su “Il partigiano Colorni e il grande sogno europeo”, maturato presso la biblioteca della Fondazione Nenni e stampato dagli Editori Riuniti, pensavo che la “damnatio memoriae” abbattutasi sul socialismo e sui socialisti italiani ha colpito, in fondo, anche Colorni.

    La sua figura di pensatore in chiave europea precede, nonostante la giovane età, anche quelle di Altiero Spinelli e di Ernesto Rossi, ma viene ad essi quasi sempre posposta nell’ideazione del Manifesto di Ventotene.

    Lo stesso accade, in fondo, nella Resistenza armata romana. A ripensarci essa ebbe per protagonisti alcuni socialisti come il “maresciallo rosso” Peppino Gracceva, passato dal Pci ai socialisti dopo il patto Ribbentrop-Molotov, come Giuliano Vassalli, grande avvocato, maestro di diritto e ministro, e uno dei grafici più importanti del ‘900, Sergio Ruffolo, fratello maggiore di Giorgio, rinchiuso anch’egli a Via Tasso.

    In realtà la Resistenza romana viene ricordata soprattutto per l’attentato di via Rasella ad opera dei Gap, azione non concordata col CLN, ancor oggi discussa, nonostante che una sentenza del Tribunale di Milano l’abbia, anni fa, qualificata come “atto di guerra” e non come “attentato”, poiché all’esplosione delle bombe nascoste nei secchi della spazzatura seguì l’intervento armato dei dodici gappisti. Su questo episodio mi sembra fondamentale la ricostruzione realizzata dal grande giornalista Enzo Forcella per il suo libro, uscito postumo da Einaudi nel 1999, “La Resistenza in convento”.

    Torno a Colorni, Gracceva, Vassalli e Ruffolo per ribadire che il loro contributo fondamentale di socialisti alla Resistenza romana continua ad essere sottovalutato o messo in ombra.

       

       

Da vivalascuola riceviamo e volentieri pubblichiamo

 

La “Buona Scuola” di Renzi

 

di Giorgio Morale

 

vivalascuola questa settimana è dedicata alla valutazione e al merito secondo "La Buona Scuola" di Renzi, con una ampia analisi di Carlo Salmaso:

 

http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2014/09/22/vivalascuola-177/

 

Merito e valutazione sono i punti “forti” della “Buona Scuola”, ma sono proprio quelli che lasciano più sgomenti.

    Insomma, un insegnante “mediamente bravo” secondo Renzi dovrebbe prendere informazioni sul “merito” dei docenti di un’altra scuola e chiedere il trasferimento perché se lì sono scarsi lui sarà messo bene nella competizione...

    Come perplessi lascia la Direttiva sulla Valutazione: si parla di valutare il 10% delle scuole ogni anno. Per valutare l’intero sistema nazionale occorrerebbero quindi 10 anni: la scuola X potrebbe essere valutata una prima volta nel 2016 e una seconda nel 2035!…

    In effetti merito e valutazione sono parole-feticcio, la realtà dice più di 10 anni senza scatti stipendiali, docenti da usare come tappabuchi, mobilità per "merito" alla faccia della continuità didattica e della qualità dell'insegnamento.

    E soprattutto nessuna risorsa in più per l'istruzione!

    Completano la puntata una rassegna stampa sull'argomento e le notizie della settimana scolastica.