giovedì 29 maggio 2008

Pietro Morettini - tra architettura militare e civile

La figura e l’opera di Pietro Morettini (1660-1737) in un volume curato da Marino Viganò edito da Casagrande con il titolo di “Petrus Morettinus Tribunus Militum”. Un ingegnere della valle Maggia all’estero. Nella fulgida carriera del ticinese si ha la dimostrazione di come, anche in passato, la volontà di cambiare ambiente riservasse all’emigrante con una buona dose di ingegno vantaggi, risorse e conoscenza.

di Giuseppe Muscardini
Della preparazione scientifica di Marino Viganò ci accorgemmo, ammirati, un giorno di ottobre del 2006, quando lo studioso prese la parola nell’ambito di un convegno per un interessante intervento dal titolo “Quarantecinq pieds de largeur, et quinte pieds de profondeur”… Misure e fabbriche della fortezza di Namur in contratti d’appalto di Pietro Morettini (1696- 1697). Non solo quell’intervento fu puntualmente pubblicato nello stesso anno all’interno del volume Le misure del Castello. Un percorso per la conoscenza dell’architettura fortificata. Atti del convegno di Studi Castellologici, a cura di Franca Manenti Valli, Felina, Istituto Italiano dei Castelli, 2006; ma ne segue ora un corposo volume edito in bella veste tipografica da Casagrande, dove lo studioso raccoglie il frutto di approfondite ricerche su Pietro Morettini. L’ampio studio di Marino Viganò, pubblicato grazie al Fonds national suisse de la recherche scientifique – Division des Sciences Humaines diretta dall’illustre professor Leonardo Benevolo presso l’Accademia di Architettura dell’Università di Mendrisio, costituisce il più aggiornato contributo sull’ingegnere che tanta parte ebbe nella progettazione e nella stessa edificazione degli apparati difensivi di diverse città europee fra Sei e Settecento.

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La puntuale ricostruzione biografica del Morettini, ricca di rimandi alle fonti archivistiche, non lascia dubbi sul talento del personaggio, nato nei pressi di Cerentino nella val Maggia all’epoca in cui i luoghi in questione si configuravano territorialmente come baliaggio italiano della Confederazione svizzera. Nella cronologia, ma soprattutto nel contributo iniziale dal titolo Le petit Moretin, Marino Viganò ben inquadra il contesto geopolitico della val Maggia, consentendo al lettore di comprendere come all’epoca i giovani mirassero a sprovincializzarsi attraverso esodi in luoghi lontani, dove poter dare prova di professionalità faticosamente raggiunte. Nel caso di Pietro Morettini l’esodo a Namur, cittadina fortificata dei Paesi Bassi spagnoli, non fu invece una scelta volontaria ma obbligata. All’epoca il giovane prestava servizio come militare “francese”, in anni cioè in cui la fortezza di Namur era stata riconquistata (1692) da Luigi XIV. Da quel momento i diversi spostamenti in Europa lo consacrarono valido ingegnere e “Tribunus Militum”, impegnandolo nell’arduo compito di ampliare, ricostruire, progettare i sistemi difensivi in molte città europee, da Besançon a Nimega, da Savona ad Ajaccio, da Novi Ligure a Rapperswil e Lucerna. Ma si cimentò anche nell’architettura civile con rilevanti opere idrauliche, che nel Locarnese e altrove attestarono a lungo la sua capacità intuitiva, razionalmente supportata dalle buone conoscenze. Perizia che gli procurò un conveniente contratto d’appalto per l’apertura nel 1707 della galleria nella gola Schöllenen, nei pressi del passo del San Gottardo. Inaugurata nell’agosto del 1708, anticipando di molto le previsioni sulla data del termine dei lavori, la galleria aperta da Pietro Morettini vantava una lunghezza di sessantaquattro metri, e fu presto conosciuta con la denominazione di Urnerloch, la Buca di Uri.

Dell’ingegnere svizzero, di cui Marino Viganò ci fornisce informazioni desunte da ricerche scrupolose, non si hanno testimonianze iconografiche che possano dare un’idea del suo aspetto e delle sue sembianze fisiche. Ben nitide, invece, sono le iscrizioni sulla semplice lapide sepolcrale, posta nella navata sinistra della ex chiesa di San Rocco e San Sebastiano di Locarno, oggi sede dell’istituto Sant’Eugenio. Vi si legge con chiarezza che Petro Moretino militum tribuno morì il 16 marzo 1737, d’anni 76.

*) Giuseppe Muscardini vive a Ferrara e lavora presso la Biblioteca dei Musei Civici d'Arte Antica di Ferrara. Narratore e saggista, collabora con "Nuova Antologia", "Italianistica", "Filologia e critica", "Belfagor", "Letteratura & società", "Letteratura & Arte", "Dibattito Democratico", "IBC Informazioni commenti e inchieste sui beni culturali" e "Chroniques italiennes". Collabora inoltre con i periodici e media elvetici "La Regione Ticino", "Cartevive", "La Rivista del Mendrisiotto", Il Grigione italiano", "Il Bernina", "Quaderni grigionitaliani", "Terra cognita", "Seniorweb.ch", "Pagine d'Arte" e "Radio Campione International". È membro attivo dell'"Associazione Svizzera dei giornalisti specializzati" (Verband Schweizer Fachjournalisten - SFJ).