Prolungata a fine agosto la mostra di Locarno
Dal tema realtà-irrealtà del mondo delle spettacolo le tele di Mario Comensoli esposte a Locarno sconfinano in una ben più vasta e inquietante prospettiva, che sfiora le frontiere ultime della situazione umana.
Considerato il grande interesse del pubblico i Servizi Culturali della Città di Locarno hanno deciso di prolungare fino al 31 agosto la mostra “ Sotto lo schermo tutto / Mario Comensoli: il cinema, i giovani" allestita alla Pinacoteca comunale di Casa Rusca e prevista inizialmente fino al 17 agosto.
L’idea iniziale era quella di far coincidere la retrospettiva comensoliana con il festival del film di Locarno e dunque di chiudere la mostra al termine della rassegna cinematografica. Si è poi constatato che nell’ottica del pubblico e della critica l’allestimento curato da Pietro Bellasi e Mario Barino andava ben oltre l’assunto iniziale che era quello di riproporre trent’ anni dopo opere comensoliane sul cinema esposte nel 1978 al Grand Hotel di Locarno. D’intesa con il responsabile di Casa Rusca Riccardo Carazzetti, Bellasi e Barino avevano ripreso e continuato il discorso apertosi con quella lontana mostra locarnese portando nelle antiche sale dello splendido palazzo patriziale tele dell’ultimo periodo creativo di Comensoli – molte delle quali mai esposte finora - che dal tema realtà-irrealtà del mondo delle spettacolo sconfinano in una ben più vasta e inquietante prospettiva che sfiora le frontiere ultime dell’umana esistenza.
Ed è proprio questo capitolo, logicamente, che inchioda i visitatori davanti ai quadri di Comensoli ospitati al primo piano del palazzo. Come ha rilevato Bellasi inaugurando la mostra alcune settimane fa, è il senso ineluttabile della "caduta" a caratterizzare le tele dell’ultimo Comensoli e per capirne il significato basta ricorrere ad alcuni appunti lasciati dall’artista nel suo atelier che si riconducono a delle lezioni del filosofo Peter Sloterdijk tenute in quegli anni al Politecnico federale di Zurigo.
Sono appunti che si rifanno a un mito antico circa la situazione dell’uomo nel mondo come effetto di una "caduta". I tempi moderni hanno trasformato questo motivo gnostico della "caduta" in un altro concetto, di movimento, nel concetto del "Passo in avanti" (Fortschritt). Un equivoco da cui è impossibile uscire elegantemente: e da qui i dubbi, le ambiguità dei moderni, il senso d'inadeguatezza che accompagna i nostri gesti di fronte alle scelte epocali che siamo chiamati a compiere.
L’ultima pittura di Comensoli traduce in immagini lo smarrimento delle ultime generazioni: le illusioni perdute dei “no future” di Zurigo, le loro cadute negli abissi della droga. Vi è da sperare che le immagini forti, la simbologia trasparente di queste visioni scuota l’indifferenza dei molti giovani che si soffermano davanti alle opere dell’artista zurighese, interrogandosi sui loro significati.
La mostra rimarrà aperta fino al 31 agosto prossimo