E' apparso sull'ultimo numero della rivista "Mezzosecolo", edita a Torino dal Centro studi Piero Gobetti, dall'Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea e dall'Archivio nazionale cinematografico della Resistenza, l'articolo di Gian Luigi Bettoli "Costante Masutti da Prata. Biografia di un socialista rivoluzionario".
Masutti, nativo di Prata di Pordenone, è stata una figura emblematica nella storia del movimento operaio, socialista e comunista del Novecento, non solo a livello locale, ma in mezza Europa.
Fornaciaio e poi operaio edile emigrante in Svizzera e Germania nei primi anni del '900, Masutti entra in contatto con l'organizzazione sindacale in questi paesi. E' così che acquisisce quell'esperienza che, dopo la Grande Guerra, lo porta ad essere il responsabile della principale organizzazione sindacale friulana, la Lega degli Edili di Pordenone, oltre che dirigente cooperativo, amministratore socialista del Comune di Pordenone e presidente della Lega proletaria fra gli ex combattenti.
Nel maggio 1921 Masutti è fra i dirigenti della sinistra che organizzano la difesa di Torre di Pordenone, aggredita dalle squadre fasciste venete e giuliane. Un mese dopo, sfugge avventurosamente al tentativo notturno degli squadristi di eliminarlo, riuscendo anzi ad ucciderne il capo, il fascista padovano Salvato.
In fuga dal Friuli, Masutti diventa il dirigente del sindacato edile del Sudtirolo e del Trentino, fino al definitivo espatrio. Inizia la peregrinazione che accomuna un'enorme massa di emigranti economici e politici in fuga dalla miseria e dalla violenza della dittatura: di nuovo la Svizzera a San Gallo, poi in Francia ed infine, individuato nuovamente dallo spionaggio fascista, in Unione Sovietica.
Nell'Urss, di cui apprezza inizialmente le conquiste sociali e civili per la classe operaia, Masutti diventa un capo operaio stakhanovista, dirigente lavori edili in varie città ed autore di metodologie tecniche che gli fruttano pubblici riconoscimenti.
Durante le “grandi purghe” staliniane della seconda metà degli anni '30 Masutti finisce nel mirino della repressione, nella quale perisce il suo giovane genero Emilio Guarnaschelli. Con abili espedienti, Masutti è uno dei pochi che riescono ad espatriare.
Nuovamente a Parigi, Masutti si impegna nella sinistra comunista trozkista e – successivamente – rientra nel Psi, dedicandosi alla denuncia degli effetti della repressione staliniana nelle file degli esuli comunisti italiani in Urss ed al lavoro di tutela ed organizzazione degli emigranti italiani.
Nel secondo dopoguerra, Masutti è di nuovo in Italia, impegnato nel ruolo di ricostruzione del sindacato edile della Cgil e del Psi. Antistalinista rivoluzionario, Masutti è il candidato al Senato del Fronte Popolare nel 1948 nel Pordenonese.
Ritornato in Francia nel 1949, Masutti è segretario della Sezione di Parigi e poi della federazione francese del Psi, fino alla morte nel 1960. Non rinunciando mai al suo mestiere di muratore, muore senza ottenere quella casa popolare a Pordenone cui aspirava per passare i suoi ultimi anni di vita.
Mezzosecolo 15 - Annali 2003-2006, pp. 528,
Franco Angeli Eidtore, Milano 2009.