martedì 13 dicembre 2011

Un nuovo islamismo?;La diaspora è finita;I sindacati da Monti, ipotesi fiducia;La notte de “I Siciliani”;La settimana a Fahrenheit

Parliamo di socialismo

a cura della Fondazione Pietro Nenni

http://fondazionenenni.wordpress.com/

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Un nuovo

islamismo?

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Il nostro mondo apparentemente unito dalla "globalizzazione"

– un fenomeno essenzialmente mediatico-finanziario –

è politicamente frammentato. Con un "buco nero". . .

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di Giuseppe Tamburrano

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Nella pubblicistica politica si usa bipartire il mondo: Occidente e paesi emergenti come Brasile, Russia, India, Cina (acronimo BRIC).

Forse tra gli emergenti occorre porre anche Sud Africa e Australia e riconoscere alla Cina lo statuto di grande potenza antagonista.

Ma davvero il mondo evolve in quella direzione? Ho i miei dubbi: la Cina ha interessi geo-stategici che ne fanno la seconda potenza del mondo. E l'India è potenzialmente ostile alla Cina e alleata dell'America.

Non è facile disegnare le grandi coordinate del nostro mondo come fu a cavallo degli anni '50-'60, gli anni della decolonizzazione, quando si formò il Gruppo di Bandung (o dei "Non allineati") tra URSS e USA, che giocò allora un grande ruolo internazionale.

Questo nostro mondo apparentemente unito dalla globalizzazione – che è fenomeno essenzialmente finanziario e di immagine – è politicamente frammentato.

L'Europa – alleata dipendente – degli Stati Uniti vive una situazione economica disastrosa. Gli Stati Uniti sono in crisi di identità. Nuovi paesi si affacciano al benessere. Ad Oriente la Cina giganteggia militarmente, si espande con i suoi traffici specie in Africa, condiziona gli Stati Uniti con la sua moneta, ma non ha un chiaro indirizzo strategico, che non sia quello dell'infiltrazione con l'accorta politica delle termiti. La Russia è una grande potenza immobile, percorsa da un pericoloso fremito revanchista. L'Africa tende a rialzarsi, ci dice l'ultimo numero dell'Economist.

Non vi sono guerre. Quella dell'Iraq sembra conclusa, quella dell'Afghanistan cronicizzata.

Ma c'è un buco nero: è il mondo arabo musulmano. Abbiamo gioito delle rivolte nordafricane. Eppure è in quel mondo che si annida la coda del diavolo. Assad in Siria finirà nella polvere, ma il suo posto sarà preso dal potere sciita. In Egitto si rischia di pensare che si stava meglio quando si stava peggio. Nelle ultime elezioni hanno trionfato le correnti islamiste (65%); anche se quella più importante, i Fratelli musulmani, sembra moderata (ma è la protettrice di Hamas , gli estremisti di Gaza). Vi sono poi gli estremisti salafiti, con il 25%. In tutto gli estremisti sono il 65%; la scrittrice Ghada Abdel Aal ha detto "noi donne egiziane temiamo una deriva iraniana" (e noto incidentalmente che anche in Marocco e in Tunisia vi è stata una vittoria islamista).

Questo fenomeno islamista prenderà a modello la Turchia di Erdogan? O sarà attratto in una deriva filo-iraniana e anti israeliana? Per essere più precisi se il "nemico" resta Israele, l'intransigente Israele di Netanyahu, prevarrà l'attrazione iraniana?

Israele non fa nulla per conciliarsi con i palestinesi della Cisgiordania, anzi continua a programmare insediamenti nei Territori.

Ecco dove spirano venti minacciosi.


Dalla Direzione nazionale del PSI

riceviamo e volentieri pubblichiamo

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La diaspora è finita

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Nencini:"Il 2012 sarà il centoventesimo anno dalla

fondazione del PSI - il momento buono per tornare a casa".

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LA DICHIARAZIONE DI FIUGGI

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Il Partito Socialista Italiano ha riunito il proprio Congresso in tempi di crisi di gravità inaudita. Crisi che non è soltanto economica e finanziaria ma è altrettanto crisi di democrazia, della partecipazione politica, di fiducia e di speranze.

In un momento storico che richiede la massima coesione in Italia, e tra le nazioni dell'Unione Europea, abbiamo approvato la costituzione del governo presieduto da Mario Monti. L'azione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stata di eccezionale efficacia, sfruttando al meglio le proprie prerogative costituzionali per uscire da una impasse ogni giorno più delicata. Un governo definito come "tecnico" deve comunque compiere ogni giorno scelte politiche, e non è quindi al di sopra di un giudizio politico sulle iniziative che metterà in campo. I socialisti faranno sentire la loro voce perché queste iniziative vadano nella direzione dell'equità, della ripresa economica e dello sviluppo, del rilancio dell'occupazione, della promozione di merito e pari opportunità.

In tutto questo, cresce la consapevolezza che niente potremo fare senza l'Europa: né efficaci politiche di risanamento finanziario, né nuovi modelli di società e di sviluppo. C'è quindi bisogno di un'Unione Europea che risolva il suo storico deficit di democrazia, in direzione degli Stati Uniti d'Europa; non vogliamo lasciare ad alcuni leader conservatori, con alla testa il binomio Merkel - Sarkozy, il privilegio, che si sono arrogati, di parlare e decidere a nome dell'Europa. Per questo occorre guardare lontano, e prevedere l'elezione diretta del Presidente della Commissione Europea.

Fare, creare, innovare

La risposta alla crisi non può ridursi ai sacrifici: si devono tagliare sprechi e privilegi, ma ancor più necessario sarà rilanciare la fiducia, superare l'attuale clima di timore e incertezza, riguadagnare credibilità internazionale. Scommettere sull'intelligenza, la creatività, il coraggio. Per questo servono merito e inclusione. Occorre promuovere la crescita, sostenendo con investimenti adeguati ricerca e tecnologia, formazione professionale ed educazione. Rimettendo al lavoro le risorse oggi emarginate, a cominciare dall'emergenza degli oltre due milioni di giovani che risultano senza lavoro né formazione. Riportando al centro la questione delle pari opportunità, svilita da modelli mediatici umilianti per le donne. Mettendo al centro la qualità dell'economia, da quella delle nostre migliori tradizioni, turismo, economia, arte e cultura, a quella più innovativa, dell'energia sostenibile, la comunicazione, le infrastrutture.

Promuovere sviluppo e ripresa economica richiede il reperimento di nuove risorse, sia per gli investimenti che per un nuovo stato sociale, che garantisca la serenità delle famiglie, così come la sicurezza del numero crescente di anziani soli e la libertà dei giovani che devono essere messi in grado di lasciare la famiglia d'origine.

C'è quindi l'urgenza di attingere alle rendite e alle transazioni finanziarie, ai grandi patrimoni, di combattere l'evasione fiscale, di rendere sempre più trasparente la spesa dello Stato e degli enti locali e regionali. Non semplici risparmi, ma una grande opera di rimodulazione del prelievo fiscale e di reindirizzamento delle risorse, che confermi quel "modello sociale europeo" di alta qualità dei servizi pubblici, in primo luogo scuola e sanità. Proponiamo, tra l'altro, un Prestito per l'Italia: un prelievo progressivo, pluriennale, per i cittadini a reddito medio - alto e dotati di patrimoni mobiliari e immobiliari, garantito da titoli di Stato con rendimento pari all'inflazione programmata. Questo ridurrebbe la spirale perversa degli attuali tassi d'interesse producendo liquidità indispensabile per far fronte alle urgenze e alle nuove sfide.

La promozione del merito e delle migliori capacità non si può avere senza adeguate politiche di inclusione. Modello sociale europeo significa anche fissare per legge livelli minimi, tendenzialmente universali, di reddito e di salario. L'attuale dualismo del mercato del lavoro, tra più e meno garantiti, così come le differenze tra generazioni, non si possono affrontare esasperando i conflitti; la precarietà e l'incertezza del futuro colpiscono del resto tutti, ed ogni generazione. Garanzie di reddito e ammortizzatori sociali vanno rivolti quindi a tutti coloro che sono a rischio di perdere il posto di lavoro o la propria attività professionale, ed a qualunque età.

Superare gli interessi particolari, per rimettere al centro le ragioni generali della convivenza civile, è poi una necessità imposta dall'emergenza ambientale, da cui nessuno può dirsi al riparo: la minaccia dei disastri ambientali, aggravata dal cambiamento climatico, la riduzione delle risorse comuni, a cominciare dall'acqua, il problema dell'energia e delle risorse alimentari per far fronte all'aumento della popolazione mondiale, non consentono nemmeno ai più privilegiati di acquistarsi una sicurezza personale.

Un nuovo repubblicanesimo, una nuova Europa

Ricostruire la coesione sociale e nazionale è il primo compito della politica nei prossimi anni: dopo i disastri di un malinteso federalismo che ha scaricato sugli enti locali responsabilità dell'amministrazione centrale senza dotarli dei poteri e delle risorse adeguate, e attizzato il conflitto tra Nord e Sud, occorre portare l'accento su ciò che ci unisce. In particolare, lo sviluppo del Mezzogiorno, liberato dalle mafie, va inserito nell'apertura delle grandi reti commerciali tra Europa, Mediterraneo e Oriente. Una grande nazione, l'Italia, deve saper trovare al suo interno, a 150 anni dall'unità istituzionale, una più grande unità di princìpi, per guardare al futuro: è di primaria importanza una riforma della cittadinanza per i figli degli immigrati nati e cresciuti tra di noi, ed è urgente una più rigorosa laicità, nel rispetto reale al moderno differenziarsi delle identità e delle confessioni religiose, tutte egualmente rispettabili.

Pensiamo che si debba rifondare in maniera condivisa la base della nostra convivenza, con un'Assemblea Costituente che porti, tra l'altro, ad una rinnovata centralità del Parlamento e all'elezione diretta del Presidente della Repubblica, punti cardine di rappresentatività e unità.

Per questo, i valori del socialismo riformista rimangono una risorsa per l'intera comunità nazionale: ideali di umanità, dignità, rispetto per sé e per gli altri che possono ispirare politiche condivise e sostenute da un consenso assai ampio. In termini di azione politica, questo significa dedicare le nostre energie ad un nuovo e ampio centrosinistra, che sappia parlare con convinzione con entusiasmo, con gentilezza e mitezza, al più ampio numero di italiani e di italiane. Gli elettori devono poter essere in grado di esercitare la scelta non solo dei partiti, ma anche dei candidati, e questo si fa con una riforma della legge elettorale, ma anche, e forse in primo luogo, della vita dei partiti politici, che deve essere trasparente e davvero partecipata, secondo il dettato costituzionale. Altrimenti la politica non riguadagnerà il prestigio perduto, a tutto danno della democrazia.

Vogliamo un'Europa, dove popoli e cittadini abbiano voce nelle decisioni, e dove le scelte siano votate e non imposte da una tecnocrazia, sotto la finzione di un'unanimità istituzionale che del resto il Partito del Socialismo Europeo ha già cominciato a contestare, richiamando l'attenzione sulla necessità di una dialettica politica tra progressisti e conservatori a livello europeo. Tutto ciò ripropone il problema di una forza politica riformista in Italia, che sia partecipe della costruzione di un Partito del socialismo europeo sempre più adeguato alla dimensione globale delle sfide. Confermiamo la nostra aspirazione a farci promotori di un rinnovamento complessivo della sinistra riformista italiana, attraverso una nuova unità tra tutte le forze espressione della sua storia, e quelle forze del riformismo cristiano e laico aperte a parteciparvi.

Prevediamo la scomposizione del bipolarismo italiano che abbiamo conosciuto negli ultimi anni.

Per questo fine ci diamo tre impegni:

Primo passo: ci rivolgiamo a color che si riconoscono nell'esperienza e nella tradizione socialista italiana, affinché il 2012, centoventesimo anniversario della nascita del PSI, sia il tempo della definitiva riunificazione del popolo socialista italiano.

Secondo passo: proponiamo la Convenzione dei Socialisti e dei Liberalsocialisti che rimetta in campo una cultura laica e riformista oggi tanto essenziale quanto dispersa e compressa dal sistema politico attuale.

Terzo passo: dopo il tempo degli appelli e delle convenzioni, viene il tempo dell'azione quotidiana. I circoli, le risorse, i mezzi di comunicazione del PSI, compreso il ricostituito Avanti!, saranno a disposizione ogni giorno di questa proposta che siamo certi che non potrà che trovare nei valori di eguaglianza e giustizia del socialismo democratico, libertario, liberale il suo cemento, nella socialdemocrazia europea il suo schieramento, e nel cuore e nelle menti degli italiani un suo certo successo. (3 dicembre 2011)

LAVORO E DIRITTI

a cura di www.rassegna.it<http://www.rassegna.it/>

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I sindacati da Monti,

ipotesi fiducia

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Riunione informale domenica sera, a poche ore dallo sciopero generale del 12 dicembre. Oltre mille emendamenti. Camusso: "Non mi sembra ci siano grandi spazi di cambiamento". Per alleggerire il peso su pensioni e casa servirebbero 4-5 miliardi

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Incontro informale sulla manovra domenica 11 dicembre alle ore 20 tra il presidente del Consiglio, Mario Monti, e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. La riunione era stata sollecitata nei giorni scorsi dai sindacati ed è stata convocata a poche ore dallo sciopero generale di tre ore proclamato dalle tre sigle per lunedì 12 dicembre.

Nel mirino ci sono le misure su pensioni e fisco. La richiesta delle rappresentanze dei lavoratori è di aprire una trattativa sulle correzioni a salvaguardia dei redditi più bassi. Una prima sintesi delle loro posizioni è stata già depositata alla Camera con una serie di emendamenti.

"Non mi sembra ci siano grandi spazi di cambiamenti", ha detto Susanna Camusso, a Radio2. "Prima di poter discutere di una revoca, ci vorrebbero risposte all'altezza delle nostre richieste di equità. Non si possono fare adesso ipotesi". L'intesa con Cisl e Uil sullo sciopero è comunque "importante, perché è un segno di ritrovata capacità a fare cose insieme".

In queste ore il ruolo chiave è giocato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, che sta tenendo una serie d'incontri con i partiti che sostengono il governo (Pdl, Pd e Terzo Polo).

Secondo l'agenzia Tmnews, l'esecutivo si sarebbe impegnato a cercare le coperture finanziarie per arrivare all'indicizzazione delle pensioni fino a tre volte la minima e per rimodulare l'Imu (la nuova tassa sulla casa) tenendo conto dei carichi familiari. Ma si tratta di impegni ancora generici, perché lo stesso Giarda ha tenuto il punto sul fatto che i saldi devono restare invariati.

Pesano dunque i costi: per gli interventi appena citati servirebbero infatti 4-5 miliardi di euro, una cifra enorme. Ci lavoreranno fino a domenica sera i tecnici del governo. La Commissione Bilancio della Camera tornerà a riunirsi subito dopo per dare il via libera entro lunedì e spedire poi il testo in aula a Motecitorio.

Tempi più lunghi per il taglio degli stipendi ai parlamentari, provvedimento contenuto nel comma 7 dell'articolo 23, sul quale la commissione Affari costituzionali ha già dato parere negativo. Il provvedimento avrebbe portato alla riduzione fino a 5mila euro degli stipendi di deputati e senatori.

Resta l'incognita sulla questione di fiducia. Il governo e i partiti puntano a uscire già dalle commissioni con un testo condiviso e blindato ma è una strada in salita, che per essere percorsa richiede il placet di tutti. "Certamente il numero degli emendamenti che è stato presentato (oltre mille, ndr) è cospicuo ed induce a pensare veramente l'apposizione della fiducia", ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini. (mm – Rassegna.it<http://www.rassegna.it/articoli/2011/12/10/80957/i-sindacati-da-monti-ipotesi-fiducia>)

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Salvaguardare il futuro

dei giovani e dell'Italia

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Alcuni stralci dal discorso del Presidente

al Teatro Scientifico del Bibiena di Mantova

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di Giorgio Napolitano

Presidente della Repubblica

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Abbiamo un compito duro. Io mi sono trovato - voi lo sapete - in un momento di particolarissima, straordinaria difficoltà, in un momento di difficile transizione, e ho creduto di dover fare, negli stretti limiti che la Costituzione mi impone, una scelta che aprisse uno spiraglio migliore per il nostro Paese affidando al prof. Mario Monti l'incarico di formare questo governo. Spetta poi a voi seguire tutto quello che il governo deciderà e quello che le Camere vorranno in proposito a loro volta deliberare.

Quando certe riforme, decisioni e misure arrivano in ritardo, allora è maggiore l'impatto, anche l'impatto di insoddisfazione o di preoccupazione o di dissenso. Dobbiamo dirci, con tutta franchezza, che stanno arrivando giusto in tempo per evitare veramente sviluppi in senso catastrofico della nostra situazione.

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E in questo spirito io sono convinto che riusciremo tutti insieme a fare ciascuno la propria parte con senso di giustizia, ma anche con alto senso di responsabilità e spirito di sacrificio. Non siamo chiamati, per fortuna delle nostre generazioni, a sacrifici come quelli che affrontarono patrioti in nome di un'ansia di libertà e di un attaccamento inespugnabile alla causa dell'indipendenza e della nazione. Noi però abbiamo da fare oggi quello che ci chiede l'esigenza di salvaguardare il futuro dei giovani e il futuro dell'Italia. Siamo chiamati a fare quello che oggi ci chiede la nostra appartenenza alla grande comune Patria europea. Questo lo facciamo, e lo dobbiamo fare, anche in modo da acquistare rinnovata autorevolezza e capacità di contribuire alla costruzione su basi più solide dell'Europa unita.

La Catena di San Libero

A cura di Riccardo Orioles www.ucuntu.org<http://www.ucuntu.org/>

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La notte de "I Siciliani"

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Vi invitiamo a leggere "i Siciliani giovani/ dicembre 2011", che a breve sarà disponibile sul sito www.isiciliani.it<http://www.isiciliani.it/>, e qui sotto l'editoriale del primo numero.

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di Norma Ferrara

www.isiciliani.it<http://www.isiciliani.it/>

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Ogni volta che frenava non riuscivi a tenere l'equilibrio. Così, ogni fermata era un livido. E guardando fuori dal finestrino, invece, erano solo sorrisi, cartelloni, musica, persone. Era l'aprile del 2006, eravamo quelli del "Ritaexpress" e viaggiavamo di notte, in mille, sullo stesso treno, attraversando l'Italia per cambiare la Sicilia. Tornavamo per votare Rita Borsellino alla presidenza della Regione Siciliana. Non eravamo organizzati da nessuno ma ci sostennero in tanti. A Perugia fu Libera, a Trento l'Arci, a Firenze i sindacati.

Non troverete articoli della stampa ufficiale che raccontino il momento in cui abbiamo rischiato di cambiare la Sicilia, i siciliani, il nostro futuro. Ma noi li abbiamo visti lì, l'ultima volta, una buona parte de "I Siciliani". In quel viaggio senza precedenti, scanzonato e libero. Utopico quanto bastava per dire al potente di turno, che non c'erano intoccabili. Concreto quanto bastava per infastidire tutti gli altri Vicerè di Sicilia e infine solare perché la lotta di liberazione non è affare per musi lunghi ma per sorrisi larghi. Anche se si finisce per perdere, come accadde per noi in quella primavera anticipata.

E li abbiamo incontrati ancora, in piazza a Bari, alcuni anni dopo "I Siciliani" (giovani) mentre agitavano bandiere colorate contro le mafie.Li abbiamo visti nei quartieri di Catania, lavorare ogni giorno a San Cristoforo come a Librino. Ma li abbiamo sentiti parlare di mafia, anche a Milano, nelle strade che portano al tribunale dove si sta svolgendo il primo processo alla 'ndrangheta in Lombardia. A Termini Imerese, dove accanto al comunicato degli operai, in questi giorni, c'è quello degli studenti siciliani e a Barcellona Pozzo Di Gotto a spalare il fango dentro la città.

Nessuno si senta offeso, nessuno si senta escluso se continuiamo ad esserci, con rispetto e memoria. Ma siamo ciclici. Siamo anche "giovani", con le spalle posizionate davanti alla rete ma intenzionati a consumare le scarpe per raccontare questo Paese.

E abbiamo ancora qualcuno che continua a credere in questa storia: che è un movimento, un ricordo privato per molti, un patrimonio di storia per tanti altri.

Buona lettura a voi "Siciliani" di ogni luogo e battaglia: da Milano a Berlino, da Catania a Parigi.

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> vai al sito www.isiciliani.it<http://www.isiciliani.it/>


Riceviamo e volentieri segbaliamo

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La settimana a Fahrenheit

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"Sono contrario alle emozioni" – lunedì incontro con Diego De Silva

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- Lunedì, incontro con lo scrittore Diego De Silva autore di "Sono contrario alle emozioni" ed. Einaudi

- Martedì, punto sulla critica letteraria in Italia con Guido Mazzoni "Teoria del romanzo" ed. Il Mulino

- Mercoledì, conversazione con una delle scrittrici piu' amate dal grande pubblico: Dacia Maraini. Suo "La grande festa" ed. Rizzoli

- Giovedì, su e giu' per i paesi italiani con il "paesologo" Franco Arminio autore di "Terracarne" per Mondadori.

- Venerdì , un autore di culto raccontato attraverso le pieghe della sua scrittura: il mondo di "1Q84" di Haruki Murakami tradotto da Giorgio Amitrano