martedì 24 marzo 2015

Capitalismo e diritto civile

 

FONDAZIONE NENNI

http://fondazionenenni.wordpress.com/

 

Un bel libro

 

In "Capitalismo e diritto civile" Cesare Salvi ripercorre gli itinerari giuridici che hanno caratterizzato la nostra storia dal "Code civil" ai "Trattati europei".

 

di Antonio Tedesco

 

Ci sono libri che ci aiutano a capire, a comprendere la complessità della nostra società, le sue strutture giuridiche e sociali. Spesso però sono testi “accademici”, che usano un linguaggio complicato per soli “addetti ai lavori”. Capitalismo e diritto civile (Il Mulino) di Cesare Salvi è un libro certamente complesso e denso ma fruibile ed accessibile.

    L’ultima pubblicazione dell’ex Ministro del Lavoro, docente di Diritto civile all’Università di Perugia, è un viaggio intellettuale nell’Universo giuridico con preziose sfumature sociologiche, nella straordinaria storia del diritto costituzionale, dal codice civil ai trattati europei.

    Salvi ricostruisce, con il piglio dell’insegnante vocato alla trasmissione di conoscenze con l’intento di ripercorrere con un ragionamento lucido, lo sviluppo e l’affermazione del diritto civile negli ultimi due secoli, nel rapporto con le trasformazioni del capitalismo, delle istituzioni, delle culture egemoni.

    Il volume nella prima parte è arricchito da un’introduzione metodologica necessaria e non scontata che facilita il lavoro del lettore.

    Il lettore poi si immerge in una lettura interessante non solo da un punto di vista giuridico; egli viene indotto a comprendere le trasformazioni della società che l’autore divide, per comodità di analisi, in tre macro periodi: l’età del capitalismo individualista, quella del compromesso tra capitale e lavoro, e infine la fase in cui viviamo oggi della globalizzazione neoliberista.

    Una lieve punta di malinconia trapela nell’autore, quando descrive l’età dell’oro dei diritti, e dell’affermazione della costituzione negli anni successivi al secondo conflitto mondiale.

    Salvi è fedele ai suoi principi democratici ed è un difensore- non un conservatore – della Costituzione italiana, intesa come faro illuminante della coscienza civica collettiva rivendicandone, con determinazione, la modernità.

    Meglio la Costituzione italiana dei trattati europei e dell’Europa liberista delle banche, ma l’Europa è un progetto-processo che va difeso ed è ancora da completarsi tenendo fede ai principi originari. L’unico modo per evitare la dissoluzione dell’Unione Europea può avvenire solo con la riaffermazione della democrazia politica per la realizzazione di una società più giusta. Il modello a cui si deve ispirare la Costituzione europea è contenuto nei principi che sono stati in buona parte attuati in molti Stati nazionali nel trentennio successivo alla seconda guerra mondiale.

    Ci sono molte ragioni per leggere e studiare attentamente il libro di Salvi.

    In poco più di duecento pagine sono condensate le ragioni storiche, giuridiche, economiche, politiche e sociologiche dell’importanza della nostra Costituzione, che rappresenta l’apogeo della democrazia. Ed è in questo periodo di crisi politica ed economica che la costituzione deve riprendere quel primato che gli abbiamo tolto.

    Un libro da studiare all’Università, un volume da consigliare per chi vuole capire l’importanza della Costituzione italiana e le ragioni per cui va difesa.

               

   

Da vivalascuola riceviamo e volentieri pubblichiamo

 

Ciò che i ragazzi devono sapere sul lavoro

 

di Giorgio Morale

 

Questa settimana su vivalascuola ci domandiamo quale formazione sul lavoro è bene che la scuola dia ai ragazzi, anziché prodigarsi, come vorrebbe chi ci governa, per creare manovalanza a basso costo al servizio dell’azienda. O addirittura lavoro gratuito, come pretendono adesso per l’Expo:

 

https://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2015/03/09/vivalascuola-191/

 

Pensiamo infatti che la scuola, come sempre (non c’è sapere se non critico), dovrebbe fornire ai futuri cittadini gli strumenti per capire e le competenze per maturare un giudizio sulla società e non dare un’istruzione puramente funzionale ai modelli economici.

    Dovrebbe riuscire a suscitare domande chiave quali: Ci sono modi per accrescere la qualità della vita del maggior numero di persone invece che il fatturato di imprese? Si può tornare a un modo di produrre su scala ridotta e integrata che tenga conto delle finalità sociali di quel che si fa? Ci possono essere lavori che permettono di soddisfare più dimensioni e più bisogni umani e non solo quello economico? Possono esserci lavori che soddisfano bisogni umani senza stravolgere l’ambiente naturale? Si può ritrovare l’arte di fare cose belle e utili?

    Come sempre forse contano più le domande che si è in grado di generare, piuttosto che le risposte oggi per necessità solo parziali.

    La puntata presenta interventi di Giuseppe Caliceti, Francesco Ciafaloni, Marilena Salvarezza, Marco Carsetti, Andrea Toma. Inoltre, materiali e informazioni sull'argomento, nonché le notizie della settimana scolastica.