martedì 8 giugno 2010

Il potere e la laicità, Le proteste degli italiani all'estero, ROMANZO GARIBALDI

RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO

Le proteste degli
italiani all'estero

IL SEGRETARIO GENERALE DEL CGIE ELIO CAROZZA: "DA FRANCOFORTE LA RISPOSTA UNITARIA DEGLI ITALIANI ALL'ESTERO: RIAPRIRE IL CANTIERE ITALIA".
"Erano numerosissimi sabato a Francoforte  gli italiani!  Giunti in treno, in macchina, in pullman, in aereo da molti Paesi d'Europa ed anche dall'Africa. Centinaia e centinaia e tutti fortemente motivati nel rivendicare la propria italianita' . Poco meno di un migliaio e fra questi tanti, tantissimi, giovani che si sono organizzati autonomamente per manifestare insieme ai rappresentanti del CGIE, di tutti i Comitati degli italiani all'estero in Germania e di molti altri Comites in Europa ed in Nord Africa, per dire basta alla politica di smantellamento dei loro diritti. Per dimostrare al Governo ed alle istituzioni italiane la ritrovata unità degli italiani all'estero, al di fuori ed al di là delle sigle e degli schieramenti politici. L'orgoglio di esserlo in questo difficile momento  e la ferma volontà di proseguire solidalmente uniti."  Una partecipazione dai grandi numeri, di cui anche i giornali tedeschi hanno a piu' riprese parlato" afferma il Segretario Generale del CGIE, Elio Carozza, descrivendo i termini di quella che è stata la più importante manifestazione di piazza degli italiani nel mondo.
    Anticipando le ovvie, quanto facili critiche sulle richieste avanzate a Francoforte, Carozza sottolinea "Che l'Italia stia attraversando un periodo complesso e difficile non e' un dato di fatto di cui le comunita' italiane all'estero ignorino la portata.  Tutt'altro !  In Germania, come in Spagna, in Grecia come in Algeria, in Francia come in Argentina la preoccupazione e l'angustia per il Paese del quale sono, e si sentono  a pieno titolo, parte  integrante,  è forte, fortissima. Lo testimoniano i dibattiti e gli incontri di quella parte delle collettività italiane all'estero più informate, maggiormente attente sul piano politico e sociale, ma un'eco delle vicende di contenimento dei bilanci regionali, riverbero delle decisioni finanziarie nazionali, è presente anche nei discorsi dei circoli come nelle scuole, nei corridoi  delle università come  nelle fabbriche o negli uffici finanziari  dove sono presenti gli italiani."
    "La crisi, d'altra parte, ricorda Carozza, ha colpito le comunità italiane all'estero  in anticipo rispetto ai tagli che stanno  inesorabilmente frustrando buona parte del nostro Paese. Le ultime due finanziarie hanno ridotto all'osso i capitoli di spesa delle politiche di settore. Ed i sussulti riformatori, politici oltre che economici, potrebbero aggredire in modo dirompente quel "sistema" faticosamente costruito  negli anni da uomini politici di destra e di sinistra. "   
    "Vorrei essere chiaro" aggiunge il Segretario Generale del CGIE  "Gli italiani all'estero, a fronte delle affermazioni del premier circa il rinvio delle riforme a tempi migliori, si domandano quale sia il criterio che presiede a esse".
 
 
 
RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO
MILLE GARIBALDINI
E UN ROMANZO 

Sottotitolo

A.N.P.I.  e  F.I.A.P.
(Associazioni provinciali di Roma)
promuovono la presentazione del libro:

IL ROMANZO
DEI MILLE

di Claudio Fracassi
Mursia editore

Casa della Memoria e della Storia
Via San Francesco di Sales, 5 – Roma
Venerdi 4 giugno 2010 – ore 18

Ne discutono con l'Autore:
Walter Veltroni e Lucio Villari


Porteranno il loro saluto

Annita Garibaldi



Vittorio Cimiotta, presidente FIAP (Fed. italiana Associazioni Partigiane) Roma 

Massimo Rendina, presidente ANPI  (Ass. Nazionale Partigiani d'Italia) Roma


Presiede e coordina Paolo Masini

 

RICEVIAMO E VOLENTIERI SEGNALIAMO
Il potere e la laicità

A Torino presentazione del libro di Gustavo Zagrebelsky "Scambiarsi la veste"

La Presentazione del libro "Scambiarsi la veste. Stato e Chiesa al governo dell'uomo" (Laterza) di Gustavo Zagrebelsky, che si terrà martedì 8 giugno 2010 alle ore 18, presso la Sala Grande del Circolo dei Lettori, via Bogino 9, Torino.

Organizzata dalla Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni - sito:
www.torinolaica.it 

Presiede e introduce:
TULLIO MONTI - Coordinatore della Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni


Partecipano:

GUSTAVO ZAGREBELSKY - giurista, autore del libro
LUCA SAVARINO - responsabile Commissione Bioetica della Tavola Valdese
VITO MANCUSO - teologo cattolico



La Chiesa tenta nuovamente
di farsi religione di Stato

All'apparenza, un'analisi, dotta e pacata, sui rapporti tra Stato e Chiesa, soprattutto negli ultimi due secoli. In realtà, un grido d'allarme, preoccupato e appassionato, sui rischi, per la civile convivenza tra laici e cattolici, del fondamentale spostamento operato da Benedetto XVI nel magistero ecclesiale: dal binomio «verità-fede» alla coincidenza «verità-ragione».
    Questo «travestimento» del più recente libro di Gustavo Zagrebelsky potrebbe freudianamente scoprire il motivo che ha spinto l'autore a intitolare il volume prendendo a prestito una immagine di Thomas Mann.
    Il grande romanziere tedesco scriveva che religione e politica si sono abituate, lungo i secoli, a «scambiarsi la veste», combattendosi o alleandosi, per indossare l'una i panni dell'altra.
    Il costituzionalista torinese mette subito in luce perché tra la Chiesa cattolica e lo Stato, almeno quello laico e democratico, il contrasto sia, in linea di principio, insuperabile. La pretesa universalistica di questa religione propone inevitabilmente la sua dottrina morale a tutti gli uomini, non solo ai fedeli. Ecco perché la Chiesa cattolica non si può rassegnare a vivere in uno Stato pluralista, garante della libera convivenza di tutte le fedi. Il contesto relativista, contrassegno identitario della democrazia liberale, dovrebbe implicare, infatti, la sua rinuncia alla predicazione di una verità assoluta.
    Di fronte a questa antinomia teorica, la Chiesa ha cercato, dalla metà dell'Ottocento, una strada che riconoscesse, nei fatti, il pluralismo, ma che non la costringesse a rinnegare quella pretesa di universalità del suo messaggio.
    Zagrebelsky individua tre tappe fondamentali di questo tentativo: la prima corrisponde all'offerta della religione cattolica nella veste di «dottrina sociale». La svolta compiuta da Leone XIII, nell'ultimo periodo del XIX secolo, soprattutto con l'enciclica Rerum novarum. La seconda, con il Concilio vaticano del 1962-1965, punta a una concezione religiosa fondata sulla difesa della dignità dell'esistenza umana. La terza, quella individuata dall'attuale pontefice, declina la predicazione cattolica come religione civile, àncora di salvezza delle democrazie in autodecomposizione.
    È proprio su quest'ultima «veste», per richiamare il titolo del libro, che si appuntano le preoccupazioni dell'autore. Se la verità proclamata dal messaggio cattolico non si fonda sulla fede, ma sulla ragione, patrimonio di tutti gli uomini, credenti e non credenti, non sono più ammessi limiti, contraddizioni, eccezioni all'adesione universale nei confronti di questa religione e dei suoi precetti. «Il rapporto col mondo di una simile autorappresentazione della Chiesa – scrive Zagrebelsky – difficilmente può concepirsi in termini amichevoli: si tratta di essere conquistati o di conquistare... è la riproposizione, in forma intellettualistica, del tradizionale principio: extra Ecclesiam nulla salus, con tutta la sua portata d'intolleranza e la naturale tendenza della religione a farsi religione di Stato».
    Possono sembrare timori eccessivi quelli di Zagrebelsky, in un clima di consolidata secolarizzazione. Ma l'ex presidente della Corte Costituzionale ravvisa proprio nell'indifferenza, impronta tipica delle nostre democrazie liberali, «la condizione in cui tutto può avvenire e anche i progetti più arrischiati possono avere chances di successo, se non perché suscitano adesione, almeno perché non suscitano reazioni».
    L'intenzione profonda del costituzionalista, con queste parole, è «svelata»: lanciare una scossa perché il mondo laico avverta il rischio di una rottura di quell'armistizio tra Chiesa e Stato indispensabile perché un conflitto, teoricamente ineliminabile, trovi la possibilità di una collaborazione, nel segno della saggezza intellettuale e della compassione umana. Si tratta di un appello alla «ragione pubblica», come la chiama Zagrebelsky, quello spazio democratico che non confini la religione nel campo delle convinzioni da esprimere solo in privato. Ma, pur ammettendola nella fondazione della società civile, neghi a qualsiasi concezione particolare la pretesa di possedere una verità assoluta, tale da imporla a tutti.
Recensione di Luigi La Spina apparsa su tuttoLibri del 15.5.2010


Gustavo Zagrebelsky ospite di Corrado Augias a Le Storie - Diario Italiano, guarda il video