lunedì 15 febbraio 2010

A un anno dalla morte di Eluana

Dal Circolo Carlo Rosselli di Milano
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Democrazia e laicità oggi

Interverranno:
MASSIMO L. SALVADORI
FULVIA COLOMBINI – Cgil,
DOUNIA ETTAIB – Donne Arabe d’Italia,
VALERIO FEDERICO – Ass. Luca Coscioni,
GRAZIA VILLA – Ass. La Rosa Bianca,
LUCIANO ZAPPELLA – Ass. 31 Ottobre: per una scuola laica e pluralista.
Introduce: Donatella De Gaetano, coordinatrice della Consulta;
conduce: Luciano Belli Paci - Circolo Carlo Rosselli.

Per il suo primo compleanno di attività la Consulta milanese rinnova l’appuntamento del 17 febbraio nella Sala Alessi di Palazzo Marino in piazza della Scala 2, alle ore 21, con una iniziativa di ampia portata che intende far luce sullo stato della laicità nelle relazioni tra istituzioni cittadine e regionali e la popolazione.

    Della data del 17 Febbraio è nota la richiesta del Coordinamento nazionale delle Consulte laiche cittadine perché sia riconosciuta come Giornata della liberta` di coscienza, di religione e di pensiero, in ricordo e anniversario della concessione nel 1848 dei diritti civili ai valdesi e poi agli ebrei e, nel 1600, della morte di Giordano Bruno sul rogo.

    Sul tema "Laicità, Religioni e Spazi Pubblici a Milano e in Lombardia", saranno impegnati esponenti dell’associazionismo e del sindacato che denunciano da tempo la carenza di laicità negli spazi pubblici (il crocefisso usato per marcare il territorio, l’occupazione clericale della sanità, i pretestuosi ostacoli ai luoghi di culto musulmani, la confessionalizzazione progressiva della scuola pubblica) e chiedono invece una politica di rispetto delle diversità presenti.

milanolaica@gmail.com  

A un anno dalla morte di Eluana

"Io, da credente, sto con papà Englaro"

La moderatora dei Valdesi, Maria Bonafede, deplora l'uso politico e ideologico della vicenda a un anno dalla morte di Eluana: “Io, da credente, sto con papà Englaro”

di Maria Bonafede

Brutto giorno l’anniversario della morte di Eluana Englaro, e non solo per il ricordo di una storia dolorosa e lacerante ma anche - soprattutto - per l’uso che si è voluto fare di questa ricorrenza. Un uso politico ed ideologico che dimostra come la dignitosa e mille volte motivata scelta di papà Beppino non sia stata né capita né tanto meno rispettata da parte di chi avrebbe preferito prolungare all’infinito la sopravvivenza puramente tecnica di una giovane donna che aveva chiesto di morire con dignità.

    Quello che ci ha colpito ieri non è stata la riapertura di un dibattito che fatalmente imporrà a breve una scelta politica da parte del Parlamento. Su temi così delicati è controversi è giusto e necessario che si apra un pubblico dibattito che attraversa le forze politiche, la società civile e le comunità di fede. Ci ha costernato, però, che piuttosto che partecipare a un dibattito pluralista nel quale si confrontano pensieri ed etiche differenti, uomini delle istituzioni e esponenti della chiesa cattolica si siano buttati, ancora una volta, sul corpo di Eluana. Lo hanno nuovamente stretto nelle loro mani e nei loro ragionamenti per affermare tesi già ampiamente espresse e ancora più ampiamente amplificate dai media. E così il corpo di una giovane donna ormai morta, paradossalmente, ha ripreso ad essere il teatro di uno scontro sui principi e sui valori assoluti della vita.

    Alla fine della giornata, il bilancio etico è disastroso: nessun ragionamento, nessun rispetto, nessuna compassione. Solo, ancora una volta, giudizi dogmatici, siano essi teologici o giuridici. In questa battaglia attorno al corpo di Eluana non è mai risuonata la parola dell’amore e della speranza in Cristo. Qualcuno di noi lo ha fatto pregando e restando in silenzio ripensando a un gesto e a una storia di fronte alla quale tutti – uomini e donne di fede ma anche politici e commentatori – dovrebbero anche trovare il tempo per tacere, riflettere, interrogarsi.

    Riesumare un corpo per giudicarlo e per colpire ancora una volta chi lo ha accompagnato nelle sue ultime ore è una brutta operazione, priva di amore e di compassione. Per questo io, da credente, sto con papà Englaro.

Roma (NEV), 10 febbraio 2010