martedì 15 marzo 2011

"Non diffidate dell'intelligenza"

CULTURA - A COLLOQUIO CON EMILIO SPECIALE


Se l'evoluzione della scrittura e dei suoi supporti ha sempre scandito le diverse epoche storiche, il passaggio dal libro di carta a quello elettronico, che è ormai in corso, promette d'inaugurare scenari del tutto inediti. Ne abbiamo parlato con il professor Emilio Speciale, iniziatore del progetto  LEI (Libri Elettronici Italiani) nonché editore "su carta" di preziose pubblicazioni d'italianistica, (Rivista Internazionale di Studi Leopardiani, Novilunio – Rivista della poesia italiana, Prove d'autore).

ADL –  Professor Speciale, è vero che stiamo entrando in una nuova era tragata "tablet"?

Emilio Speciale -  Ogni cambiamento di supporto ha comportato un cambiamento socio-antropologico di enorme portata. Se consideriamo il fatto che non esiste cultura senza scrittura, o meglio che la scrittura è (per sua natura di rappresentante veicolare) fondamentale per la cultura, allora possiamo ben capire che ogni cambiamento delle forme mediate ha comportato aggiustamenti e novità anche dei contenuti. Si pensi ad un semplice fattore: il passaggio dalla pergamena alla carta e poi il passaggio dal manoscritto al libro stampato ha avvicinato alla scrittura un numero sempre maggiore di persone alla scrittura. Vale a dire che se i manoscritti erano appannaggio di una classe di élite per lo più ecclesiastica, già i primi libri, prodotti serialmente grazie alla tecnologia tipografica, hanno creato la possibilità di un allargamento impressionante del numero di lettori. Poi in epoca più vicina a noi, altri avanzamenti tecnologici hanno portato all'industria del libro e al mercato di massa e in massa, e all'accessibilità alla cultura di altri soggetti, come ad esempio le donne. Il mezzo elettronico apre una nuova epoca: la scrittura e la lettura diventano immediati, meno mediati, ancora più accessibili a livello planetario.

ADL -  L'odore, il fruscio e la consistenza della carta stampata non usciranno dalla nostra vita? Non si tratterà di un'enorme perdita affettiva?

Emilio Speciale -  E anche di peso! È un'esperienza che abbiamo fatto tutti: l'incubo del trasloco di masserizie che comprendono un alto numero di libri. Entra in gioco anche il fattore ecologico: la deforestazione e tutto ciò che ne consegue. Ma la nostra è una società che tende al virtuale, cioè alla sparizione degli oggetti. Questo processo non è di per sé negativo, come si può pensare. Anzi al contrario: noi siamo troppo legati agli oggetti perché ci pensiamo (e chi vuole dominare ci pensa) primariamente come corpi materiali. Ma nel nostro mondo stiamo assistendo a processi di de-oggettivazione profondi e non del tutto a nostro detrimento. Ad esempio la smaterializzazione del denaro. La positività può consistere in questo: meno attaccamento agli oggetti e maggior valorizzazione degli affetti e dei sentimenti, appunto. Per tornare ai libri: un verso di Montale è più vero o importante perché risiede nelle pagine di un libro o perché ce lo ripetiamo nella memoria in quanto legato ad un nostro moto affettivo? Il discorso diventa una vertigine se rimettiamo in discussione il concetto di scrittura. E poi si possono trovare sempre dei sostituti: una ditta americana ha messo in commercio degli spray che spruzzano odori di libri con varie scelte: libri antichi, libri usati, intonsi, ecc.

ADL -  Salviamo dunque le foreste. Ma ci saranno ancora librerie, e come sarà il mondo dei libri tra vent'anni?

Emilio Speciale -  La nascita del copyright si colloca nel passaggio epocale dalle società di antico regime (caratterizzate dalla verticalità del potere assoluto e dalle aristocrazie, anche intellettuali) all'epoca moderna (orizzontalità e democrazie della società borghese in cui diventa mestiere anche fare cultura). I diritti d'autore hanno sicuramente servito al mantenimento economico dei produttori di cultura: ma nel mondo della carta stampata il prodotto culturale è diventato merce di grandi profitti per case editrici e catene librarie. A partire da queste ultime si avvertiranno (grazie alla nuova forma elettronica della produzione culturale, l'e-book e la rete) cambiamenti epocali (come definire l'epoca in cui siamo? post-moderna? per mancanza di altro…): è notizia recentissima che una delle più grandi catene librarie americane (Borders) ha dichiarato fallimento. Senza fare previsioni da maghi impolverati (i nostalgici) o scintillanti dalle mille lucine (i futurologi) la tendenza è verso il libro virtuale: quindi fioriranno librerie virtuali (e d'altro canto, il libro cartaceo essendo divenuto oggetto raro e prezioso, fioriranno anche le librerie antiquarie) e le case editrici si trasformeranno e si snelliranno. Ma questo è un processo lento e appunto epocale, ma avrà certamente un impatto di grande portata sulla cultura: come, in questi tempi di rivolte popolari, lo stanno avendo altri strumenti tecnologici sulla storia. Tra vent'anni… nipoti e pronipoti continueranno a leggere e a istruirsi, a fare scelte e ad andare avanti, con meno libri e giornali di carta, ma con altri strumenti ricchi, aperti, liberi, caotici, frammentari ai quali sono già abituati e preparati. Non bisogna diffidare dell'intelligenza umana.