mercoledì 11 maggio 2011

Il commento - Titanomachia

Dopo dieci anni di dure battaglie dall'esito incerto Gea (Hillary Clinton) suggerisce a Zeus (Barack Obama) di scatenare i Ciclopi e i Giganti (rozzi agenti USA) contro i terribili Titani (terroristi di Al Quaeda) al soldo di Krono (Osama bin Laden), che muore folgorato dai fulmini dell'Olimpo (la Casa Bianca).
Game over.
Questo il plot se Esiodo vivesse nella Hollywood dei giorni nostri e campasse scrivendo soggetti a sfondo mitologico. Perché Esiodo? Perché fu George W. Bush in persona, dopo l'11 settembre, a evocare la "guerra dei titani" che costituisce un nucleo centrale della Teogonia esiodea.
Ma una "guerra dei titani" , Esiodo alla mano, dura dieci anni, undici al massimo, a seconda degli esegeti.
Dunque, anche il conflitto iniziato nel 2001 sarebbe in procinto di finire.
Questa Titanomachia ebbe inizio con lo sterminio di tremila civili ignari e inermi, presi scientemente a bersaglio nell'attacco alle Twin Towers, atto criminale di guerra di cui Osama bin Laden assunse la responsabilità su di sé minacciando ulteriori stragi, alcune delle quali andarono sanguinosamente a segno – da Madrid a Londra, da Baghdad a Kabul.
Questa Titanomachia s'intendeva per Al Quaeda come una "guerra santa", nella quale i combattenti dell'esercito del terrore, ed eventualmente dei kamikaze, rivendicavano il diritto di ammazzare a tradimento donne, vecchi e bambini – salvo gridare ora vendetta, allorché Osama bin Laden è stato eliminato manu militari.
Niente di nuovo sotto il sole. Anche i fascisti nostrani considerano un evento sacrllego che il duce sia stato fucilato su ordine del CLN, in conformità con il diritto di guerra e anche a prescindere dall'assassinio di Matteotti e da tutto il resto. Altra cosa, beninteso, fu l'esposizione – indegna e vergognosa – dei cadaveri a Piazzale Loreto.
Nel caso di Osama bin Laden, lo sfregio del corpo morto del nemico è stato evitato grazie alla secretazione delle foto disposta dal presidente Obama, con gran delusione dei mass media e dei voyeur più assatanati.
Tutto bene, dunque? Non esattamente. Perché, a quanto pare, il rifugio pachistano di Osama è stato rintracciato dagli alleati grazie a informazioni estorte con il waterboarding, cioè per mezzo di una tecnica di tortura.
La Dichiarazione universale dei diritti umani su questo punto è molto netta: "Nessuno potrà essere sottoposto a tortura ovvero a punizioni e trattamenti crudeli, inumani o degradanti" (art. 5).
Questo significa che nemmeno in guerra uno Stato può sentirsi legittimato a fare dei prigionieri per poi sottoporli a sevizie.
Il presidente Obama aveva promesso di chiudere Guantanamo. Manterrà la parola? La tortura è inammissibile. (ae)